giovane critica - n. 6 - dic.-gen. 1964-65

tuttavia si attenua o scompare non appena si abbandoni un cos, mtenso livello di astrazione, e si istituisca il confronto non piu tra due tecniche generali ( la letteraria e la cinematografica), ma tra le diverse applicazioni che esse ricevono nella struttura dei concreti linguaggi espressivi. Sostenere anzi, come fanno non pochi dei moderni sociologi dell'arte, e a esempio l'Hauser, che la consonanza tra i mezzi linguistici sopra richiamati e il nuovo concetto· della simultaneità, della spazializzazione del tempo, risulta tanto perfetta da far pensare ai modi temporali di tutta l'arte contemporanea come nati dallo spirito della forma cinematografica, diviene possibile quando e soltanto quando si identifichi lo spirito di quella forma con una sua particolare tendenza storica: quella del montaggio inteso come « specifico filmico», come taglio di pezzi brevi: montaggio che Chaplin ricusa di impiegare se non solo funzionalmente, non cioè a fini espressivi, ma con la stessa funzione di nesso o raccordo o scansione ritmica che hanno i nessi, i raccordi e le scansioni tra i diversi capitoli del romanzo ottocentesco. Si tratta di un dato di fatto incontestabile: un dato di fatto che, in sé e per sé considerato non implica alcuna gerarchia e gradazione di valore, una qualifica artistica piu o meno elevata: cosi come, per converso, non è garanzia di piu elevata artisticità il semplice impiego del tempo soggettivo nelle enormi sinfonie di Proust, di Joyce o di Ejzenstejn ( si pensi in particolare a Ottobre). I procedimenti attraverso cui l'artista opera nel riappropriarsi il mondo reale, nel riavvicinarlo alla propria sensibilità, importano solo, dal punto di vista dell'interpretazione critica, l'assunzione di misure specifiche per le specifiche tendenze; premesse divergenti esigono divergenze anche nei criteri e metodi di interpretazione; in ogni caso, la validità e l'importanza delle diverse opere vanno stabilite, se non se ne vuole smarrire il significato, tenendo conto dell'esistenza di queste divergenze. Una volta acquisita la necessaria prospettiva per definire il quadro dei rapporti tra Chaplin e il suo tempo, si entra anche in possesso di uno strumento utile a progredire ulteriormente nel giudizio: a intendere e valutare cioè, nelle loro concrete proporzioni, i motivi del presunto individualismo e anarchismo di Chaplin, delle sue « sfasature storiche » ( o di quelle che comunemente vengono cosi descritte dalla critica), e insieme i loro profondi legami con una determinata disposizione morale, con una appassionata difesa della dignità umana e umanistica. (Ciò naturalmente non ha nulla a che vedere col fenomeno, lamentato da Baldelli, di un « accapanamento ideologico » dell'arte di Chaplin.) La letteratura chapliniana non ha saputo affrontare l'oggetto del suo studio con compiutezza e rigore, con chiarezza razionale di ipotesi critiche e metodo di verifica, e ha finito cosi in gran parte col restarne soverchiata. Sfuggono in genere a questa letteratura le matrici storiche del processo che permette a Chaplin, -17

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==