giovane critica - n. 6 - dic.-gen. 1964-65

7 ER1t11 AUERB\CII, Jllimesi.s. Il realismo nella lelleratura occidentale, Torino, 1956, p. 365. « Attra,erso la comicità», scri\"e Chaplin, « ,·celiamo l'irrazionale in ciò che sembra razionale; il folle in ciò che sembra sensato; rinsignificante in ciò che •cmbra pieno di importanza. Essa [. .. ] atth·a il nostro senso delle proporzioni e c·irl'•cgna che in un eccesso di serietà si annida sempre l'assurdo » (C11 \RLES C11Aru~. La mia autobiografia, '\lilaoo, 1964, p. 253). 8 crr. EoOUARD R\\10 ·o, La passion de Clrar/ie C/wplin, Paris. 1927, p. 148. Dà ora una ulteriore conferma :i questo orientamento la citata Autobiografia (p. 301 -~~-). dove è tr,a l'altro notizia (p. 537) delrintere!-~e succitato in Thomas \!ano dal Verdoux. • C!r. CES\RE BRA 'IDI, La fine cle/- l"arcmguardia e /'arte oggi. Milano, 1952, pp. 46~17: E.,11L 10 CECCIII. crittori in• g/e,i , americani, li, \lilano. 1954, pp. 159-160 (e la recens. al Brandi, nel Nuoco Corriere della era. ~filano, 27 marzo 1953). 16 - tallo e di quelli di differenziazione ( che comunque in entrambi i sensi sono molti) tra le forme specifiche di questa prospettiva nei due narratori, tra i loro specifici accorgimenti espressivi; qui premeva soltanto di sottolineare l'importanza che riveste in generale, nella discussione intorno all'opera cosi di Chaplin come di Thomas Mann, l'intelligenza del rapporto deliberatamente mediato tra il contenuto storico della realtà, imbevuto di soggettivismo, e la sua forma oggettiva di rappresentazione. Solo ritenendo tale premessa critica è possibile tra l'altro consentire con l'osservazione dell'Auerbach, in margine al suo diagramma del realismo nella letteratura occidentale, che in Chaplin - come nei pazzi del teatro shakespeariano - è la pazzia appunto il veicolo attraverso cui si esprime la saggezza 1 • Il periodo di massima tensione delle contraddizioni economiche, cioè a dire il periodo di espansione della potenza del capitalismo monopolistico, dell'imperialismo, non altera dunque il substrato realistico della prosa chapliniana, né lo sconvolge nel duplice senso della falsificazione filistea e della distorsione delle forme espressive tradizionali. Le frequenti scosse a tutta quanta la struttura del corpo sociale non impediscono a Chaplin, in concomitanza ideale con le esperienze di molti esponenti della letteratura del passato e del presente, da Anatole France a Romain Rolland, da Shaw a Dreiser, da Heinrich a Thomas Mann, la prosecuzione dell'istanza del moderno realismo borghese, la quale, dal punto di vista sociale oggettivo ( secondo la definizione di Lukacs), esprime la « rivolta umanistica contro l'imperialismo ». Del resto il riconoscimento che Thomas Mann, piuttosto che non Proust o Joyce o Kafka, costituisce un adeguato punto di riferimento per la comprensione dell'apporto chapliniano e della sua arte si ricava, prima ancora che dalla veri.fica delle opere, dall'orientamento personale del gusto di Chaplin in quanto uomo, assai poco propenso - come egli stesso ammette 8 - verso certi indirizzi e generi d'arte prevalenti nella civiltà del novecento. Ecco perché gli riesce possibile affrontare gli stessi problemi essenziali che interessano questa civiltà senza contraddire all'esigenza della compattezza della narrazione, senza concessioni all'irrazionalismo, alle oscurità e alle compiacenze ccmaledette » ( del sangue, del sesso, del sadismo, ecc.), tanto diffuse sia nel primo che nel secondo dopoguerra. E' vero che il suo lavoro si svolge quasi per intero all'ombra di una cultura, come quella americana, certo meno direttamente influenzata dagli sconvolgimenti politici e sociali dell'Europa e dalle loro ripercussioni culturali cc avanguardistiche >i; ma la sua nota realmente sorprendente è che non vi ha luogo nemmeno per quei procedimenti tecnico-linguistici dell'avanguardia, cosidetti « cinematografici ll, che - sia pure in diversa chiave - trovano impiego nella stessa letteratura americana •: il e< monologo interiore ll, la soggettivizzazione della narrazione, il collage pittorico di immagini, pensieri, ricordi, intenzioni. L'elemento di sorpresa

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