2 Curno AR1~TA1tCO, Un re a New.York, in Cinema Nuovo, Milano, n. 117, 10 nov. 1957: Charlot se11:a bastoncino (/), io Mondo Nuovo, Roma, o. 51, 25 dic. 1960. 12 - up1c1; si configura come casualmente emer~a all'interno di un dato patrimonio culturale, senza un'origine e una formazione ben definibile, senza collegamenti e rapporti con questo patrimonio. Ci sono invero motivi anche piti profondi aJle radici della posizione ricordata, e alcune ragioni giustificatrici. La cerchia degli interessi estetici e ideologici entro cui si iscrive la tematica chapliniana sembra modellarsi secondo una conformazione tale da escludere ogni accostamento a esperienze precedenti, concomitanti o ulteriori, e da sussistere e valere quindi effettivamente come a sé stante: sia perché il concatenarsi dei temi testimonia, salvo che per cedimenti di scarso conto, « di una precisione e una coerenza rara, quasi solitaria, nella storia dell'arte del film » 2 , sia perché quei temi stessi prendono origine e si sdipanano, senza soluzione di continuità, da un periodo che è anteriore alla prima catastrofe mondiale, e quindi in parte ancora affondato nelle diverse matrici della tradizione ottocentesca. Di qui le singolarità contenutistiche e formali attraverso cui si attua il « miracolo » dell'arte di Chaplin, che sconvolge i canoni di ogni metodologia formalistica e mette del resto in imbarazzo ogni ricerca non ancorata a un saldo fondo storico; e anche la necessità di comprendere e giustificare, con opportuni criteri di valutazione, tali singolarità, tale solitudine e isolamento: ciò insomma che la critica di ogni rango ( ultimo in ordine di tempo lo stesso Baldelli) presenta come individualismo, egocentrismo, anarchismo, come le « sfasatur,:) storiche >> di Chaplin artista. Il contesto della tematica chapliniana si dispone in prosecuzione diretta dei problemi del secolo decimonono; appartiene, o meglio sembra appartenere, all'800 piu che al '900, cosi come ricche di sfumature ottocentesche appaiono le forme espressive della sua articolazione, lo stile e il linguaggio deJle singole opere: quel tanto di trascurato e antico e ingiallito, quella patina romantica, tipica di tutte le composizioni ottocentesche a grande respiro, che esse indubbiamente posseggono. Si tratta di un'eredità che a Chaplin perviene forse attraverso l'insegnamento e la forte influenza di Griffith, e che in lui si congiunge inoltre con una scrittura limpida e agevole, popolare nel senso migliore del termine: donde un ulteriore elemento di analogia, sia pure di natura estrinseca, con l'ottocento del grande realismo romantico, notoriamente rivolto ancora, a differenza dell'arte del novecento, a strati assai vasti di pubblico. L'opera di Chaplin viene cosi a trovarsi bilanciata, nel suo nucleo dinamico, tra il corso di due epoche storiche diverse, che si scavalcano e si urtano per l'antagonismo sempre piu profondo tra le condizioni sociali di relativa sicurezza e stabilità durante il trionfo delle monarchie borghesi e la crisi del moderno capitalismo, quando la sicurezza e la stabilità si eclissano, e l'individuo, reso ormai pro-
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==