la democrazia concorrevano il consenso che il dominio riscuoteva e il dissenso che esso permetteva, oggi dissentendo consenti e per consentire è necessario dissentire. Il fenomeno più cospicuo che caratterizza la posizione dell'artista nei paesi capitalistici altamente sviluppati è l'istituzionalizzazione e la neutralizzazione della sua tradizionale (nell'età industriale appunto) potestà contestatrice. All'artista non viene negata la parola: contraddicendo la società l'artista (e in genere l'intellettuale) s'immette armoniosamente in essa, né la società ha più paura dell'immagine critica che le va costruendo l'artista. La razionalizzazione e la totalizzazione della macchina produttivodirezionale tende a ridurre l'opposizione intellettuale al rango d'una sorta d'opposizione di Sua Maestà. L'artista in quanto tale non ha compiuto un « tradimento>: è il sistema che lo ha fatto prigioniero nella sua gabbia grande quanto il proprio mondo. L'eslege romantico non col suo « ravvedimento > ma con la rivolta e l'opposizione oggi collabora col filisteo tecnologico e manageriale a mandare avanti la baracca. A Occidente come a Oriente la mente e l'azione sociale s'incontrano con problemi nuovi e, nella sostanza, unitari (ciò dicendo non si nega minimamente la radicale differenza dei due «sistemi>). Il socialismo e il marxismo sono, si, la « giusta soluzione>. Ma quest'affermazione è vuota, se socialismo e marxismo non « contraddiranno se stessi>, se di essi cioè non s'impadronirà il senso d'una mancanza universale, insomma se non si rifaranno pensiero, linguaggio, attività. Vittorio S1rodo 10 -
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