diamo il discorso interrotto e discutiamo: « [...] è possibile che una societD socialista, la quale pretende di superare la società capitalistica, aUargando, fondando anzi iJ terreno cli una più vera libertà, cominci la sua opera decapitando dai generi dell'arte la tragedia, che è, non solo una catarsi collelliva del dolore, ma anche un mezzo di conoscea.z.a? •· m. c. Matrimonio in bianco e nero, Carucci editore, 1963, pp. 157, L. 1500. • Questo libro della collana di Cinema 60, che nasce dietro stimoli in parte analoghi a quelli che ritroviamo nel film L'ape regina di M. Ferreri. la cui sceneggiatura occupa l'ultima parte del libro stesso, raccoglie un insieme di saggi relativi alla situazione del matrimonio e della famiglia, quali sono nel nostro paese sotto l'influsso della morale cattolica e quali si rivelano al cimento continuo con la realtà. Nel mezzo d.i questi scritti si trova un breve prologo, passi di scrittori cattolici sullo stesso argomento, dj fronte ai quaH si rimane restii a credere che siano venuti fuori dalle riflessioni di sinceri credenti, e non invece dalla penna di un acuto umorista. :\la tornando agli scritti principali del libro, dopo quello di l\lornn• dini dedicato a )I. Fcrreri uomo e aitista, su tutti si impone queUo di T. Cruaretti. il quale compiendo una breve disamina dei film che si sono occupatj del matrimonio io Italia. rileva giustamente come l'assunto polemico insito nell,a.rgomento, si risolva, e non a caso, quasi sempre in uoa serie di bozzetti, nella prcsenla7.ione di farse, anziché scendere nel vivo di una situazione angosciosa, cercandone nella struttura sociale odierna ragioni e spiegarioni. Interessante pure l'agile esame di D. Origlia sulla posiz.ione conquistata oggi dalla donna e sulla sua interscambiabilità con l'uomo in molte funzioni, nella quale egli scorge il portato dei tempi, che irresistibilmente sconvolgono le putride costruzioni, nelle quali si a11eggiano forme e modi storicamente superati. Unico di!etto forse il non riuscire a comporre le varie riflessioni in un giu• dizio complessivamente unico. Acuta e polemica invece la distinz..ione che fa C. Falcouj Ira « peccatore facile • e « peccatore di((icile », che sta alla base di un diverso alleggiamenlo clericale, mentre la generosa passione che sollende un altro scritto, quello di G. Parca, spesso annega in un,anecldotica ormaj scontata. Vivi tuttavia rimangono certi momenti, nei quali vengono presentate le principali componenti del matrimonio borghese, stabilendosi addirittura tra esse una gerarchia, che partendo dalla florida situazione economica (ad es. il possesso di una farmacia!), passa per il titolo nobiliare, per scendere infine aU'ambiz..ione di una bella cerimonia in chiesa. g. b. 72 - Saggi LEO 'E D. TROTSKJJ, Lenin, Roma, Samonà e Savelli, 1964, pp. 258, L. 1400. · Questi ricordi, rimasti allo stato di frammenti, dovevano servire per un libro su Lenin che non fu mai compiuto. A della dell'Autore, che si decise tullavia a pubblicarli nel 1924, essi costituiscono della « materia da utilizzare >> allo scopo di fi5sare « il ricordo dellagliato e preciso di certi episodi, di certi aspetti della sua vita e della sua personalità »: molti li ritroveremo sviluppati negli scrilli del periodo d'esilio, quando era per Trotsk.ij assolutamente necessario ristabilire il ricordo esatto dei suoi rapporti con Lenin, contro le calun• nie staliniane. Quando Trotsk.ij scrisse questi brani, dal marzo al settembre 1924 - Lenin era morto il 21 gennaio di quell'anno -, la Repubblica dei Soviet si accingeva ad affrontare un periodo di travagliate svolte: nel giugno-luglio di quell'anno l'Internazionale Comunista riconosce la « relativa stabilizzaz.ione del capitalismo>> e la fine delle speranze di rivoluz.ione europea n breve scadenza; sui risultati della NEP. sulla funzione dei contadini e sulla possihiHtà del socialismo in un paese solo si accende una violenta discussione: natu• raie quindi che de ogui parte si pensasse a mettere a frutto l'eredità di Lenin, il dialellico per eccellenza che sapeva così prontamente manovrare nelle situazioni pi,~, conlraddittorie. Guardando « a posteriori » è facile vedere già qui i germj della futura cristallizzazione del « lenin.ismo » ridotto a corpus canonico, dommaticamente inteso, come una parie del Partito lo imporrà al Movimento Operajo internazionale, e come venne, del resto, polemicamente impiegato la prima volta pro,. prio contro ciò che si definì << trotskismo ». Perciò per Trotskij il « ricordare » Lenin significa riaCCermare la linea dell'Ollobre e lo spirito bolscevico internazionaHsta. Non siamo ancora nel periodo acuto della lolla, e la polemica è velata; Trotslij ricorda, senza fare i nomi, l'opposizione di Kamenev e Zinoviev alla presa immediato del potere, prima dell'Ottobre; né manca mai di ricordare e illustrare generosamente i propri dissensi con Lenin, che gli avversari ingigantiranno poi calunniosamente. Ma l'interpretazione è nella: prima della Rivoluzione « Lenin si rendeva conto (...] come all'interno del Partito si manifestassero delle remore conservatrici [. .. ) faceva pervenire per vie indirelle e traverse le sue parole d'ordme [. ..] alla base, in profondj1à, per mellere i copi di fronte alla necessità di agire » (p. 84). Memorie po/iricl,e al massimo grado, volte tulle a definire, secondo le parole dj Isaac Babel citate da T. « lo com• plessa curva descritta dalla linea rella di Lenin ». Ma non per questo prive dei piccoli, significativi frammenti di esistenza che solo Trotslcij poteva conoscere: Lenin cho si frega le mani per la soddisfazione di uno stratagemma ben compiuto, Lenin ohe corre per non arrivare in ritardo ad una riuruone, Lenin nel periodo dcll'lskra, Lenin IJ'll·
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