Meno autonomia e più socialismo Delw vera e propria a.s,enui di una politica culturale della ,ini- •tra nel Meridione - doto che emerge co,tonte dai sondaggi fu1ora pubblicati -· testimonia /,i na.scita relativamente recente del giornale {bimeri.sile) ufficiale del partito com,misto siciliano: L'autonomia (indiscreU.011i vogliono che venisse cotlvocata una riunione cui /urorw invitati numerosi intellettutlli indipendenli per discutere il titolo da dare al giornale; a malincuore venne accettato quello proposto dolla redauone: ma era già stata stampata /,i carta intestota col titolo suddetto). Non entriamo ,uil merito delw Linea politica seguito dal giornale. Ci limitiamo, forzosamente è vero perché (Juesl'ultima discende con,esuentemente dalla prima, ad esaminare la sua linea in. teni.a di faccende culturali. La rivisto, giunta al n. 11, dedica pochis,imo spa:io alle cose della cultura. Per lo più una serie di note e schedine - che spes,o spiccano per disinforma:ione e faciloneria di giudiu - dedicate prevalentemente a quanlo accade entro i confini geografici della Sicilia (il giornale si presento in parten:a cioè come una sorta di 'supplemento' ad altri giornali e reti di informazione). In realtà si parla quasi unicamente di quanto, anche minutaglia, accade nella pr<r vincia di Palermo. Il respiro delw rivista, il perimetro dei suoi interessi ,embrano coincidere col cono d'ombra delL'A,sembLea Regionale Siciliana. In altre parole viene eletta come cuore della Regione non UJ zona - quella orientale - che sul piano dello sviluppo economico e sociale funge da vettore bensì /,i culw dei baccanali amministrativi. Tre episodi hanno animalo questo vita grama. Un dibattito sul fun=ionamento « delle strutture culturali nelle città delw Sicilia » ( così lo preannunziava /,i redazione, nel sollecitare interventi dagli interessati) iniziato•i con la pubblicazione di un disarmante articolo di ltfario Giannici 5ull'attività del Cut palermitano♦ cusai critico, cui replicava nel numero succe.,ivo Michele Perriera, direttore artistico del Cut e membro del Gruppo 63, che faceva Le fiche, culturalme11te parlando, al Giannici insegnandogli, fra l'altro, L'alfabeto del teatro. (Non entriamo nel merito della discu5sione - la rappre.sentaz:ione da parte del Cut di due atti unici di Edward Albee -. Fatto è che il Giannici ,embrava rappresentare se non le ragioni delw redozione alme,io quelle della sinistra 'impegnata' e Perriera, ovviamente, quelle dell'avunguardia. L'intervento di Perriera si concludeva con un invito rivolto al « comunista » Ciannici. o a chi per lui. a suggerire « una concezione dell'uomo o una somma di situtluoni, dotta quale l'ideologia ha tutto da guadagnare se ne trae respon,abilmente tutto quanto po.. a permetterle di adeguarsi ai nuovi problemi imposti do! proces,o ,10rico ». « Discorso non facilmente liquidabile• purtroppo lasciato cadere dalla redazione). Secondo episodio. Una inchiesta, curata do Giorgio di Genova, sul «perché» gli artisti lasciano la icilia. Venivano interrogati adulti, giovani e giovanis,imi: do Guttuso a Ma:zullo, do /lfirabella a Greco, da A ltardi a Bruno Caru,o, da Cori.sagra a Guccione. Le rispasle concordavano: inesistenza di un ambiente propi-=fo. nece!Sità per un arti. sta di entrare a contatto colle esperienu più vive del. suo tempo. cosa possibile solo nelle capitali. Quasi tutti ammettevano che le condi:ioni che li hanno spini-i ad emigrare. dieci. o venti anni fa. permangono vanificando ogni loro desiderio di ritorno. E veniamo all'episodio più significativo, l'inchiesta Gli intellettuali e l'autonomia. Quali sono i motivi dell'indHferenza di non pochi intellettuali rispetto alla battaglia politica che viene portata avanti dai Partiti della classe operaia in Sicilia? Come giudica questi primi venti anni di autonomia regionale? Qua.le dovrebbe essere la funzione dell'intellettuale nel momento presente? A queste domande - da noi sintetizzate - rispondevano Leo,wrdo Sciascia ( « I motivi dell'isolamento [ ... ] bisogna cercarli nei partiti della cla.sse operaia: nelle loro evolu:i01ii e involu:ioni tatticistiche; nella loro, a volte malaccorta e spesso banale, strumentalizui:ione degli intellettuali. In questo sen,o. direi che il problema non è soltanto siciliano, anche se in Sicilia, relativamente all'autonomia, ha più deprimente articolazione »). Renato Guttuso (/,i funzione dell'intellettuale con,iste ,ie/ « saper essere di esempio nella c/iiare:za delle sue scelte, nel coraggio nello staccarsi clalle forze retrive, nella ma attitudine di aperta condanna ruii confronti delle vergogne ataviche della Sicilia e prima di tutto della mafia»), Bruno Caru•o (« Molti i11tellet1uali e artisti si isolano dalla lotta per viltà e per calcolo. E' ge11te della quale è meglio non occuparsi. Ma altri sono costretti a stare fuori dalla mischia e lo fanno con sincero dolore, perché nelle organi.::azioni di sinistra ci sono dei piccoli despoti che per loro tornaconto personale allontanano deliberatamente tutti quelli che possono nuocere loro»), /lficliele Perriera (« Ora a me sembra che la •piega:ione dell'isolamento di molti intellettuali rispetto ai partiti del movimento operaio vada soprattutto ricercata in una spe-, cie di arroga11:a clui caralteri:za gran parte della classe politica dei partiti operai. L'arroganza nasce - ritengo - da un.a sorta di assioma [ ... ] secondo il quale L'intellettuale è il meno adatto a dibattere problemi politici.; e dalla convin:ione - più o meno malcelata - che gli uomini politici siano i veri depositari delfideolosia. Da ciò la loro ten,.. den:.a a utiliz.:.are l'intellettuale quando 5i ritiene producente - a fi. vello quasi pubblicitario - •fruttarne il nome e il prestigio per una politica già abbondantemente strutturala • ), Danilo Dolci ( « Se mi in- - 69
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