--,-iukacs, d'accordo con Lenin, clefimH'e in un lungo saggio - Tribuno del popolo o b1Lrocrate? in Marxismo e critù" letteraria, Einaudi 1964 -. il burorralismo come un tipiro e rappresenta~ lÌ\'O fenomeno ddla sorietà capitalistica, e!< rivante dalla divisione del lavoro in rompartimenti stagni specifici, che da un:i parte impediscono all'individuo di ottenere per sé una conoscenza globale ,. dall"ahra favoriscono 1a conservazione e la difesa ciel potere. Il capitalismo, cioè. desidera ridurre il pensiero dell'individuo a camminare dentro una inutile fettina di realtà e ad ignorare il meccaOJ!UlO esterno che produce o innuenza quel piccolo settore di realtà. Dice lucidamente Lukacs, a p. 219. che « quanto più solidamente i pensieri e i sentimenti d<'gli uomini restano imprigionati nel po,·cro. astratto carcere della spontaneità, tornio pili grande è il margine di sicurezza per le classi dominanti». D'altro lato, il « tribuno del popolo » i, carallerizzato ( dovrebbe esserlo, diciamo noi) d~lla (< consapevolezza con cui - relativamente ad una determinata fase dello s, iluppo storico - si rifonoscono ]e determinazioni oggettive della dinamica sociale nelJa sua totalità, e la rii;olutezza f"On cui 'ìÌ sostengono le pili profonde esigenze, dell'emancipazione del popolo la, oratore». 7 Nel Punto di vi,ta operoio e fo cultura ,ociali,ta, pubblicato dal n. 2 di Q1,aderni ro,si, Alberto Asor Rosa dice ancora, tra l'altro, che « si coglie ne1l"ulleggiamcnto dei partiti operai l'insuffidenza dell'analisi e della comprensione dei raralleri strullurali determinanti della sot·ietà contemporaneo, ossia del sistema » e conclude il pensiero affermando che a: il sistema è considerato praticamente come non roveKiabile, ma soltanto modificabile e integrabile». 68 - Una cultura che non si propone di modificare, ma soltanto di informare, di divertire, di riempire il tempo libero, è proprio quella che fa comodo all'industria e alla borghesia. Di fronte all'ltalsider così abile ad utilizzare con fermezza e con attenzione gli enormi mezzi a sua disposizione, i tentativi, di cui abbiamo fatto breve cenno, deriv'anti dalle speranze e dalle impazienze apprezzabili ma inesperte dei giovani più attenti e sensibili non hanno ancora saputo trn,-are la maniera più adatta per superare le estreme difficoltà e le incomprensioni dentro le quali si è costretti a muoversi, anche per queste oggettive cond.i7ioni integranti del neocapitalismo, e non hanno ancora adoperato i nuovi strumenti per l'utilizzazione della cultura diversa ( opposta a quella borghese) che, oggi. è necessario produrre. L'operazione culturale, in questo momento di estetiche aperte, sfugge dalle mani del « burocrate culturale»• di sinistra il quale è costretto a fermarsi agli spiccioli della cultura, alle sòe mistificazioni e non trova il modo di inserirsi in un circolo più attivo, più vivo, più polemico. I partiti operai hanno delle grosse responsabilità di ordine soprattutto politico, poiché non riescono a fronteggiare adeguatamente la politica neocapitalistica dell'ltalsider; mentre, infatti, il Partito Socialista si mostra completamente integrato in una prospettiva riformistica, il Partito Comunista, anche per una diversa tradizione e formazione dei propri quad.ri, tenta di darsi una politica che sia in grado di recepire il nuovo che la realtà tarentina presenta in questi anni. La classe operaia non ha, pertanto, mai ricevuto indicazioni e prospettive illuminanti. La s:oistra marxista ha un compito abbastanza difficile: deve, cioè, opporre i significati della cultura alla cultura senza significati e deve proporre alla classe operaia ( che l'ltalsider vuole istruire a modo suo) un'opposizione culturale globale e sistematicamente informativa e didattica. Si dovrebbero perciò, come è stato sollecitato da più parti, presentare agli operai gli oggetti e gli strumenti culturali illustrandoli dalle origini e insistendo, poi, sulla trasformazione mistificatrice impressa dalla borghesia, rivelazione che verrebbe acquisita dall'interno di una conoscenza già ricevuta e non soltanto riferita o posta in immediata polemica, senza che alcuno abbia conoscenza dei fatti culturali e del consumo diverso che di essi ne fanno la classe operaia e la borghesia. Sovente, come ha denunciato Asor Rosa, le sinistre « hanno rinunciato a una posizione antagonista nei confronti della cultura borghese [ ... ] hanno rinunciato a sostenere e a ricercare la possibilità di una cultura della classe operaia, cioè di una cultura socialista »1 • Antonio Marra Alfoneo Pozzi
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