giovane critica - n. 5 - ott.-nov. 1964

zibaldone Connotati politici della critica cinematografica francese L'evoluzione della critica cinematografica in Francia segue l'evoluzione della stampa francese, con una fedeltà assai notevole. Si può salutare, da una decina d'anni, un certo aumento della competenza media dei critici della stampa non specializzata; i quotidiani, i settimanali stampano più raramente mostruosità, la caccia alla perla è meno fruttuosa, non basta più sfogliare Le Pèlertn o Le Petit Echo de la Mode per ridere a crepapelle. Del resto, il campo più ristretto (come pubblico e come influenza) delle riviste specializzate non è rimasto indietro rispetto all'evoluzione generale. Poiché, da un canto, l'evoluzione vi si presenta forse sotto forme più facilmente afferrabili, e dall'altro sono sovente queste riviste specializzate che costituiscono, per l'estero, e la critica francese,, vale la pena di passare in rassegna queste pubblicazioni, di vedere a che punto si trovano oggi, e come ambiscono situarsi nel loro specifico terreno di battaglia culturale, e anche, se si dà il caso, ideologico. Esistono attualmente in Francia tre riviste che escono regolarmente: Cinéma 64, Postti/, e i Cahters du Ctnéma. E altre riviste più episodiche, di diversa importanza; infine, occorre menzionare a parte, malgrado la regolarità della loro apparizione, pubblicazioni come lmage et Son, La Ctnématographte Françatse, o Télé-Ciné. Jmage et Son e Télé-Ctné, per cosl dire, si fronteggiano. hnage et Son dipende dalla Ligue de l'Enseignement, organizzazione laica; Télé-Ciné dipende da una casa editrice cattolica, e rappresenta la rivista di cinema confessionale. lmage et Son è solita pubblicare e numeri speciali, su differenti temi; Télé-Ciné adotta una presentazione in e fiches, dei film pubblicati (ma le suddette fiches sono fatte meno bene che non quelle dei loro omologhi italiani del Centro San Fedele). La Cinématographie Française che era tempo fa una rivista puramente corporativa della distribuzione cinematografica ha aggiunto alla sua formula una sezione critica importante, e generalmente ben fatta, naturalmente non impegnata politicamente o ideologicamente (se c'è un articolo da fare sui film impegnati politicamente a sinistra, si chiederà questo articolo ad un critico comunista, a titolo di specialista, ecc.). Si esita a menzionare tra le riviste l'eccellente Premier Pian che pubblica regolarmente monografie dedicate il più delle volte a un regista: difatti siamo qui al limite tra la rivista e la collezione di libri. I Cahiers du Cinéma sono spesso classificati, per dirla rapidamente, a destra, cosa che non è, a mio avviso, inesatta, ma richiede di essere precisata. L'ambiente della rivista è e apolitico,, e alcuni dei suoi redattori prendono talora, nella vita, posizioni di sinistra. La classificazione e a destra , della rivista è pertanto giustificata con la maniera in cui l'équipe dei Cahters ha sempre affrontato i problemi estetici, considerandoli come scissi dai rapporti sociali, rifiutandosi istituzionalmente ad ogni critica engagée politicamente. Allorché un redattore dei Cahiers scrive che il fascismo è bello, non vuol dire di essere fascista, o 5

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