giovane critica - n. 5 - ott.-nov. 1964

Mentre la classe dirigente borghese si annunziava come la forza che si batteva per una Taranto « più grande, più bella, più moderna », da parte dei partiti di ~inistra non vi era una risposta adeguata e pertinente, che fosse io grado di smascherare la tipica posizione dei borghesi meridionali rinchiusi nell'angusto provincialismo con il quale alteravano la reale situazione di fatto e facevano perdere J i vista i I punto cruciale: che la lotta, cioè, andava condotta su scala regionale e nazionale, secondo l'insegnamento del Gramsci ( alleanza operai-contadini-ceti medi: nuovo blocco storico). La nostra borghesia, agli inizi del secolo e sino al fascismo, era di tipo mercantile e, successivamente, Cino alla conclusione dell'ultima guerra mondiale, è vissuta all'ombra degli appalti dell'Arsenale militare. In seguito, il ridimensionamento di quest'ultimo l'ha costretta ad occuparsi di altre attività più pro(icue e particolarmente del settore edilizio. In dieci anni di speculazione edilizia (1955-1964), io barba anche ai piani regolatori, il volto della città è stato deturpato e la « rapina " del monopolio ha fatto avvertire pesantemente la sua mano, confermando inoltre un certo carattere vecchio della nostra borghesia legata ancora all'utile immediato senza prospettive a luogo termine, proprio mentre il neocapitalismo, attraverso il IV Centro Siderurgico, cerca di modellare · Taranto a propria immagine e somiglianza. Tuttavia, pur non presentando tali strutture: caratteri tipici di altre zone ove già da molti anni esisteva una tradizione ~ulturale, susseguente ad un diverso tipo di sviluppo economico, esse hanno as• sollo una Cunzione utilissima per riaffermare il predominio borghese. Per superare forse queste insufficienze, che erano di natura strutturale, intorno agli anni cinquanta, venne sentita soprattutto da parte di alcuni giovani intellettuali 'militanti nei partiti operai o ad essi vicini l'esigenza di una organizzazione culturale che fosse a un tempo strumento di discussione e di verifica delle posizioni culturali-politiche dei partiti di sinistra. All'interno di questo gruppo, che darà vita al Circolo Jonico di Cultura, non mancavano le differenziazioni, che erano sop-erate però dall'esigenza, pienamente sentita, di creare uno strumento nuovo di rottura e di indagine. L'attività di questi giovani fu caratterizzata da una presenza vivace e interessante nella vita culturale tarentina: dibattiti, conferenze, mostre furono gli elementi concretizzanti la sua opera. Alcuni intellettuali ed operai costituirono il gruppo dirigente, che contribuì non poco a tenere desta all'interno dei partiti operai e fuori ( si tenga presente che si operava io clima stalinista) l'attenzione dei giovani ( e non), sui problemi nazionali e internazionali sollecitando discussioni e dibattiti, naturalmente entro gli schemi culturali allora in voga. Purtroppo questa attività durata circa cinque anni entrò in crisi intorno 111 956 per queste essenziali ragioni: - 65

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