giovane critica - n. 5 - ott.-nov. 1964

dette. a Le chiavi del regno e a Le campane di Santa Maria in questa drastica definizione (v. Centro/ilm, C.U.C. Torino, n. 34): « [ ...] si è semplicemente confezionata una formula tipicamente borghese, anestetica e antiestetica, una versione del cristianesimo che non desse noia a nessuno, che schiodasse definitivamente Cristo dalla Croce e lo rendesse igienico e piacevole. E' stato negato, o Ignorato, il dramma del cristianesimo e del cristiano, la legge perenne del segno della contraddizione ». 1 Contro la quale ebbe a pronunciarsi anche Il prof. Mario Melino: « Ho la sensazione che la psicologia, molto giustamente a mio giudizio, In questi ultimi tempi abbia assunto un atteggiamento di maggior cautela, nel senso che ha operato un'apertura verso i problemi psichiatrici, andando al di là del fatti puramente sperimentali e guardando all'Individuo inserito In un contesto sociale molto ampio e ricco. Ponendo l'accento, Invece, In questa sede, su uno sperimentalismo psicologico avulso dalle storie personali, forse commettiamo un errore [ ...] . Ora lo penso che si commetta un errore quando nel documento finale si presenta la psicologia sperimentale come Il passepartout di ogni situazione e si assume come vera una sola Interpretazione del fatti; mentre le Interpretazioni sono molteplici e controverse, oppure si generalizzano fenomeni che sono Invece manifestazioni strettamente personali, oppure, Infine, quando si dà Importanza a modi superati di Interpretare la realtà •. torni della questione: e Il film noi lo possiamo prendere come correttivo, ma quando gli diamo un carattere di estensività per cui non si può farne a meno, non si può più staccarsi dallo spettacolo televisivo, allora diventa un agente patogeno,_ D'accordo: ma anche le note musicali diventano agenti patogeni se assorbite a dosi eccessive, e perfino la preghiera praticata smoderatamente diventa mania, e anche l'acqua fresca ingurgitata senza misura_ (La prima proposta di mozione conclusiva del simposio' iniziava: e II Simposio sul correttivi dell'influsso cinematografico nei giovani constata come la ricerca psicologica sia giunta ad atti sufficientemente garantiti circa i caratteri della esperienza cinematografica del giovane spettatore; ha evidenziato le perturbazioni emotive e organiche di discreta entità che a livello psico-fisiologico possono essere registrate [ ...] ,; proposizioni successivamente cadute e sostituite dalla giusta e cauta indicazione, che porta: e [ ... J si precisa che l'apporto della psicologia in campo filmologico non consiste in una codificazione di norme morali o estetiche, bensi in una chiarificazione di dinamismi psichici - di per sé precedenti a una posizione etica - che non devono essere dimenticati nella valutazione dell'azione filmologica , ). La definizione del linguaggio cinematografico come linguaggio irrazionale per natura, e costretto a provocare la paticità oppure una specie di naufragio nel mare dell'inerzia ( cinema come ipnosi e soggezione onirica) porta, come abbiamo verificato, a gravi conseguenze. Se tale questione non viene affrontata e risolta, diventa inutile parlare di cinema in rapporto alla cultura e di cinema nella scuola essendo impossibile stabilire i termini di un dialogo con lo spettatore In altre parole: se la condizione passiva fosse costitutiva del mezzo filmico sarebbe impossibile fare di esso un agente educativo. Ci troveremmo ancora al punto di partenza: il cinema (come, del resto, la televisione) andrebbe relegato fuori dal campo della cultura e dell'educazione, mezzo di perversione del gusto, e segno di decomposizione sociale nella nostra epoca. Il linguaggio cinematografico agevola, senza dubbio, certi processi psicologici, come l'oblio di sé; ma da tale premessa derivano, secondo i punti di vista, due opposte e inconciliabili conseguenze (in teoria e in pratica). Da una parte, l'assimilazione del cinema al linguaggio onirico ed irrazionale, alla situazioii.e patica od ipnoide. E dunque, spesso, sul piano della pratica, il comandamento di edulcorare, censurare, occultare, stingere, ignorare. Dall'altra parte, invece, l'invito ad - 61

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