4nere. Dando cosi l'addio alla politica di alleanze ai vertici, di scambi algebrici, di perifrasi tattiche. Pagando, naturalmente, quanto c'è da pagare. 3. Da quanto detto sopra discende la necessità di abbracciare un campo più vasto, di allargare il raggio della ricerca. Come si verifica, a questo punto, l'aggancio tra la materia cinematografica, la cui investigazione resta il cuore della rivista, la sua ragion d'essere, col resto della problematica culturale? Qual è il nuovo asse attorno a cui ruota la rivista e la sua équipe redazionale? E' un asse politico o, meglio, di politica culturale, di cui alleghiamo i principali postulati: 1) crisi paurosa della sinistra italiana ed europea e quindi necessità di un discorso che si situi all'interno della sinistra favorendone spaccature e nuove sintesi. E' tempo che ognuno mostri la propria carta d'identità e interroghi fino in fondo il proprio vicinato; 2) il marxismo si rifocilla al contatto colla realtà rivoluzionaria. « E se è assai confortante - scriveva C. Petruccioli sottolineando giustamente un lucidissimo testo di Révolution africaine - constatare che laddove si sviluppano concrete esperienze rivoluzionarie si scopre il marxismo nella sua originaria solidità scientifica e nella sua intatta funzione di strumento teorico per la creazione di una società senza sfruttamento, non si può fare a meno di considerare, reciprocamente, quanto a lungo è ristagnato il movimento rivoluzionario nel mondo qualora si assumano come parametri di giudizio le difficoltà e gli errori dello sviluppo teorico del marxismo stesso>; 3) la grande esperienza decadente del novecento, a parte il suo indiscusso valore artistico, ci aiuta a comprendere noi stessi, ad affinare i nostri ideali. Almeno per quanti non vogliano contrapporre alla morale dell'' anima bella' la morale del •Commissario' (usiamo questi due termini nell'accezione di Karel Kosic). Da socialisti dobbiamo rispondere, o tentare di farlo, a tutte le domande che il decadentismo ha avuto il coraggio di porre. 4. Diventa inutile, in questa nuova economia della rivista, una rubrica come Cultura e provincia (paradossalmente: gli strumenti per decifrare la realtà della provincia non esistono in provincia). Come diciamo in altra sede occorre lavorare dimenticando l'esistenza, del resto assai relativa, della ' provincia ' ma senza mai scordarsi i termini e le caratteristiche sue proprie; senza mai scordarsi cioè di noi stessi: che equivarrebbe a barare culturalmente.
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