Ipotesi convenzionale sul suicidio della Monroe ed altri esempi di comodo A - La fascinazione del mezzo cinematografico. L'esempio citato di Rififi: partecipiamo allo scasso raccontato nel film, sperando che l'impresa riesca e parteggiando per i rapinatori. Eppure e le casseforti altrui le lasciamo stare e nella nostra vita privata non ci passerebbe mai per la mente o di commettere un'azione simile o anche di organizzarla>. B - La situazione cinematografica omologa della situazione ipnoide: diminulzione del livello di vigilanza e fino a portare in certi casi anche ad una vera e propria situazione di sonno; non sono pochi i soggetti che al film si addormentano>. C - Ricerche con l'elettroencefalogramma all'Istituto di Filmologia di Parigi. Riepiloghiamo le cifre: mentre la vita normale porta 100/100 di e ritmo alfa>, nella partecipazione cinematografica emergono: 36% di e ritmo beta>, 16% di e ritmo alfa>, 40% di e ritmo teta>, (corrispondente a sentimenti di aggressione o di prostrazione o di gioia), 8% Per la mente passa, come no?, a parecchi, nel corso di vaghe fantasticherie: ma poi interviene la censura morale o la paura della pena. Comunque, il diverso contegno dipende, appunto, dalla sensazione di partecipare ad una finzione scenica. Nella quale, d'altra parte, i ladri come personaggi vengono umanizzati, ossia mostrati da vicino, nelle pieghe del loro comportamento e resi quasi amici dello spettatore: che prende confidenza con loro: mentre non ci importa niente della polizia, dei giudizi e del gioielliere, che vengono dal regista trattati male o ignorati o tenuti distanti dallo spettatore. E perché dunque dovremmo parteggiare per loro? Nessuno pensa di assassinare vecchie usuraie: eppure non e parteggiamo> per Raskolnikov quando premedita e compie l'omicidio della vecchia (la logica del delitto, prima di quella del e castigo>)? Senza dubbio ci sono spettatori che si addormentano durante il film, ma sono in numero minore di quelli che si addormentano o si appisolano durante un concerto, nel corso di una lettura, ascoltando una conferenza, visitando un museo, etc. Senza dire che, talora, addormentarsi costituisce una reazione a suo modo e critica>, ragionevole, di fronte ad un film idiota. Ma avete mai visto qualche spettatore addormentarsi di fronte ad un film vivo e valido? In caso affermativo, questo spettatore e dormiva> già entrando nel locale o non era in grado di comprendere il linguaggio del film. In primo luogo, l'operazione aritmetica ci avverte che nella situazione cinematografica prevalgono proprio quei ritmi che Io psicologo indica prevalenti nella situazione normale: difatti la somma della percentuale del 36 di e ritmo beta > e di 16 di e ritmo alfa > fa 52 per cento. Ma cifre a parte, la ricerca in questione non chiarisce gran che, anzi quasi niente, dei soggetti esaminati, della loro vita, dell'ambiente in cui operano, dell'interazione degli altri mezzi di comunicazione di massa. E, finalmente, il ricercatore rende poco rilevanti e attendibili le sue conclusioni perché la medesima ri- - 57
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