cala strada attraverso cui lo spettatore si è maturato a quella scelta. Lo spettatore (almeno fino ai 12 o 13 anni) sceglie il personaggio con cui identificarsi secondo dei criteri che sono etici, e che testimoniano lo stato attuale della sua coscienza etica: egli ha tratto questo suo modello dalle precedenti esperienze cli vita, esperienze che implicano, da parte dell'educatore, anche la valutazione dei dati culturali relativi all'ambiente». Il prof. L. Volpicelli, dopo aver ampiamente argomentato contro gli interventi della censura, ha distinto una particolare forma cli alienazione: « C'è l'alienazione del pubblico che oggi andrà non so in quale stadio a vedere non so quale partita, e arriverà a tal grado cli eccitamento da sparare alle persone e cli distruggere lo stadio, come è accaduto cli recente in una città meridionale; ma non bisogna dimenticare che, d'altro canto, c'è pure l'alienazione che nasce dalla lettura cli Guerra e pace o cli Amleto o, perché no?, dei Fondamenti della metafisica dei costumi. Alienazione nella quale dimentico la mia presenza ed esco dalla molteplicità delle motivazioni pratiche che gravano la mia vita, e cerco cli elevarmi, e l'ni elevo, in effetti, nell'ambito cli una esperienza più vasta ed approronc!Jta, e dalla quale torno, poi, a me stesso più ricco e più consapevole [ ...]. L'alienazione dell'esperienza ludica, la alienazione del cinema, l'alienazione dell'esperienza artistica, della lettura, della contemplazione cli una qualunque opera d'arte, se mi consentite l'apparente gioco cli parole, sono, o almeno possono essere, altrettante forme cli alienazione personalizzate. un uscir cli me. per ritornare in me, più ricco e più consapevole». Utili ed assai equilibrate avvertenze 52 - in qualsiasi altro linguaggio: il linguaggio cinematografico, nel momento poetico, non si distingue, quanto a risultato e a influenza, da qualsiasi altro linguaggio. Difatti, sopravvengono le circostanze caratteristiche della esperienza artistica: il momento della soggezione doverosa del lettore o dello spettatore all'immagine o, se volete, al messaggio, alla tesi che l'autore ci propone (per cui le nostre angustie ed esigenze private, i nostri gusti personali devono essere docili e pronti a sottomettersi al messaggio e alla comunicazione perentoria dell'autore); successivamente, il momento dell'alienazione o evasione, come un crescere e uscire fuori da sé, per partecipare ad una vicenda di altri, un aprirsi a successive esperienze superando la propria angustia morale e mentale; per poi, terzo momento, ritornare ad una autonomia personale superiore e moltiplicata. Questi tre momenti si trovano nel linguaggio cinematografico quando si esprime in opere valide artisticamente, proprio come si trovano nel linguaggio musicale, nell'arte figurativa, etc. Eppure, pur restando nel campo dell'arte, Ancona definiva in maniera speciale il fenomeno di evasione nel cinema (ancora: sguardo di evasione o partecipazione inconscia). Per due ragioni. Di fronte a qualsiasi opera d'arte, cinema escluso, proviamo momenti di astrazione e di godimento empatico: un bel quadro ci comunica qualche cosa, possiamo risentire delle e vibrazioni intense, che però sono conchiuse nell'ambito di una contemplazione che non dura a lungo>. A dire il vero, nell'ascolto della musica, durante un concerto ad es., si produce qualche situazione analoga al cinema: e la musica ci prende profondamente e questa partecipazione continua per lungo tempo>. Tuttavia nella fruizione della musica occorrerebbe una grande preparazione e quindi la si consuma con una specie di distacco, di superamento nella riflessione, mentre il cinema, l'esperienza cinematografica, sarebbe aperta a tutti. Dice precisamente: e E' da notare che per intendere bene un'opera musicale occorrono una preparazione e una comprensione, che invece non sono necessarie per il film, aperto a tutti. Quindi il film rappresenterebbe una situazione di continuità di empatia, e insieme di maggiore estensione nel numero dei soggetti che partecipano>. Ancona dimentica che la stessa preparazione per giungere alla comprensione delle opere occorre impiegare quando il cinema si manifesta sul piano alto dell'espressione: non capisco come si possano trovare « aperti a tutti e immediatamente comprensibili>, quindi facilmente traumatizzanti, film come Giovanna d'Arco o Dto ha bisogno degli uomini, oppure La notte, ossia opere che comportano un'assimilazione lenta, una compren-
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