giovane critica - n. 5 - ott.-nov. 1964

48 - I all'altra, di quanto vorremmo fare e di quanto potremmo dire: pur tuttavia non ci esce una parola dalla bocca e non siamo capaci di risolvere la situazione in cui ci troviamo. Non basta. « Sono ancora caratterizzati da tale tipo di pensiero i colpiti da alienazione mentale, da intossicazione (tipiche quelle da mescalina o quelle da acido lisergico), ed anche la piccola infanzia». Si tratta sempre di un pensiero di carattere prelogico governato dai cosidetti « processi primari>, ossia dall'emozione, colorato da paure e desideri, ma incapace di trapassare in azione; e « poiché in questo tipo di pensiero non esiste differenza critica fra ciò che è simile e ciò che è identico, diventa facilissimo il fenomeno della identificazione e della proiezione. Cosi si ha nel film. Durante lo spettacolo cinematografico ci si proietta inconsapevolmente nel personaggio perché sono scomparsi o attenuati tutti quei criteri di differenziazione per cui io mi sento diverso da ciascuno di voi e ciascuno di voi così diverso dall'altro; limiti dell'individualità posti dalla ragione, scompaiono infatti in tutti gli stadi del pensiero prelogico>. La logica del film diventa, quindi, sul filo di questo ragionamento, una logica di tipo eterodiretto, dettata dalle immagini e di fronte alla quale ci si trova passivi. A parte l'azione traumatica generica che, di conseguenza, il film esercita (eccessiva frequenza da parte dei bambini, particolari della visione filmica trascurati dagli adulti e nocivi invece per i minori, etc.), il prof. Ancona riferisce due prove a proposito delle cariche aggressive mobilitate dal film. « Un paio di anni fa ho svolto una ricerca che mi ha dimostrato l'intensità dell'azione catartica che ha in sé il film dinamico e violento (di tipo western) sopra una carica aggressiva artificialmente accumulata da un gruppo di soggetti». Il relatore aveva preso un gruppo di studenti di medicina e li aveva sottoposti ad una specie di stress emotivo, col leggere loro un brano « fortemente conturbante>. Prima di compiere tale esperienza aveva misurato l'aggresshità di base di questi soggetti con l'aiuto di una speciale misura. Dopo l'applicazione dello stress i soggetti dimostravano tutti una elevazione assai intensa dell'aggressività. Diviso in due parti il campione, Ancona ad una metà aveva proiettato un film western: Ombre rosse, rimisurando il grado residuo dell'aggressività dopo la proiezione del film. Risultato: i soggetti che avevano assistito e partecipato emotivamente alla proiezione del film, beneficiavano di una scarica quasi completa dell'aggressività accumulata in precedenza, mentre gli altri soggetti che non avevano visto il film, conservavano un forte cumulo di aggressività poi

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