giovane critica - n. 5 - ott.-nov. 1964

gono normalmente dall'autocritica. Infatti se l'autocritica e la situazione normale di informazione sono quelle manifestate da un funzionamento cerebrale in cui il ritmo alfa e quello beta sono prevalenti, quando si hanno invece altri ritmi non normali, possiamo dire che anche li funzionamento mentale non è più regolare,. L'altro esempio riguarda li fenomeno del divismo: e La Monroe ha trascinato in una catena di suicidi molte persone non soltanto in America, ma anche in Europa e in Italia. Si tratta di manifestazioni indirette di quanto possa una regressione, originata dal fatto cinematografico,. Posta questa situazione, quali considerazioni ne derivano per la vita mentale? Anzitutto, stimoli deteriori per la vita mentale, sempre secondo Ancona. La situazione cinematografica genera una serie di distorsioni nel pensiero. Al cinema e !I pensiero diventa estraneo alla logica personale: invece di essere basato sulle parole, sul loro legami ragionevoli, razionai!, è composto su immagini, sulle loro somiglianze, sul loro effetto l'una sull'altra. Quindi è il seguito di queste immagini, anziché un seguito d.i relazioni logiche, ciò che forma l'azione propria del film,. Due soggetti - asserisce Ancona - quando assistono al cinema ad una scena emotiva, anche se siedono vicini, e sono come due specie di monadi; sul plano critico non possono corrispondersi e nemmeno cercano di corrispondersi, per rimanere più immersi in empatia con il tipo della vicenda emotiva che essi vivono nel film,. Eppure, comunicano sul piano emotivo, per esempio non succede che si stringano una mano, si urtino, o anche esprimano ad alta voce un'esclamazione? Certo e soltanto che quando introducono una critica su quello che vedono, cessa la loro partecipazione alla vicenda filmica. Appena essi vogliono scambiarsi un'impressione razionale, la loro comunicazione si verbalizza in un'articolazione logica e la situazione emotiva si interrompe,. Si tratta quindi di una forma speciale di pensiero quella che si assume durante la partecipazione ad un film, e analoga a quella che si ha quando si è affaticati, stanchi, quando non si è più nella condizione di leggere, ma soltanto di vedere delle figure, oppure si prende in mano un giornale a fumetti, oppure si legge un libro giallo che non impegna il pensiero,. In tutti questi casi, secondo Ancora, saremmo incapaci di pensare ragionevolmente e cl rifugiamo in una lettura concreta pregna di immagini emotive, quindi analoga in qualche modo alla immagine filmica. Accade il medesimo fenomeno quando slamo turbati emotivamente, preda, ad es., di un'ira repressa che non riusciamo a scatenare; allora abbiamo ìl pensiero affollato di immagini, delle quali una succede - 47

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