giovane critica - n. 5 - ott.-nov. 1964

' Non fa bisogno di <lire, d'altra parte, che gli stu<liosi d1 pedagogia che intendono fondare il loro esame e le loro in<licaz1oni metodologiche su dati scientifici, devono impegnarsi a rispettare tali dati nella precisione dei significati accertati. « Non è - ha osservato P. Gianola - <lichiarando che esiste anche una alienazione come uscita culturale da sé per rientrare arricchiti <li contatti ed esperienza, che si risolve li problema della alienazione come meccanismo emotivo <li <lifesa, a volte valido e deduttivo, altre invece evasivo dai più difficili Impegni, e negativo per l'adattamento e la espansione valida della personalità ». Cosi si <lica per ogni altra indagine psicologica. ' li Simposio era impostato su tre relazioni· L. ANCONA: Influsso cinematografico e igiene mentale nei giovani; L. VoLP1CELL1: L'educazione dei giovani alla critica cinematografica; P. BAI.DEL· LZ: Il cinema nel contesto scolastico. e I correttivi dell'influsso cinematografico nez giovani, Atti del Simposio a cura dell'Istztuto Agostino Gemelli). 44 - le quali, Invece che concludersi dentro l'àmbito dei dati di tali discipline, vanno condotte, per es., in funzione dell'avvio scientifico d'un discorso pedagogico. In questo caso si chiede allo psicologo e al sociologo che prendano in esame, nell'esperienza cinematografica, la dimensione educativa, ossia quei momenti, quegli aspetti, quei fattori e dinamismi che influenzano da vicino la percezione e la comprensione, la partecipazione emotiva e la riflessione critica dei giovani spettatori, e quindi gli influssi che ultimamente possono lasciar traccia nello sviluppo e nell'orientamento della loro vita personale. In altre parole, non serve un'indagine psicologica limitata o eccessivamente concentrata sui dinamismi tendenziali ed emozionali che vi giocano. Se l'esperienza cinematografica si risolvesse a livello emotivo, non vi sarebbe che un rimedio: eliminare gli stimoli e cioè il cinema. Ma se invece il momento emotivo si trova a sua volta esaminato in un ampio contesto della vita personale dell'individuo, anche se variamente presente e attivo, di intelligenza, di motivazione superiore o profonda, di riflessioni, in tale caso il pedagogista ha innanzi un vasto sistema di variabili indipendenti e dipendenti da fare operare in sintonia per giungere ad una esperienza educativamente valida. Non basta l'esame del fenomeno isolato, l'emozione durante lo spettacolo; e neanche bastano le foto agli infrarossi: l'indagine sulla coscienza memorizzata del fenomeno porta talora a risultati contrastanti con le apparenze dell'emozione momentanea. Niente autorizza lo psicologo a conclusioni precipitose sulla base di rilievi registrati isolando il fenomeno emotivo: nel quale agisce spesso solo un termine, quello patologico. Sarebbe come un chimico che volesse produrre una reazione con un solo elemento. Gli stessi dati dell'encefalogramma, con cui si crede di poter tagliare la testa al toro, sono fragili, anche perché manca il corrispettivo per l'esperienza letteraria, musicale, etc. 2 • I vari punti di vista si sono affrontati di recente in un simposio promosso dal Centro Nazionale film per la gioventù e dall'Istituto Agostino Gemelli per lo studio sperimentale dei problemi sociali dell'informazione visiva, in collaborazione col Centro San Fedele (8-9 giugno 1963) '. Il prof. L. Ancona svolse il tema della partecipazione cinematografica dei giovani. Premesso che gli effetti specifici del film sullo spettatore sono ancora poco conosciuti e che moralisti ed estetisti danno dei giudizi che mancano di basi d'appoggio, basi formate da ricerche scientifiche, Ancona passa a definire dal punto di vista psicologico Il fenomeno della partecipazione cinematografica: e Situazione nuova che giunge all'effetto di

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