giovane critica - n. 5 - ott.-nov. 1964

L' ideorilìcazione cinematografica , I denti/icazione viene distinta da proiezione. L'Ombredane ha proposto (Bulletm du Groupe d'études de PS11· ch0log1e de l'Université de Paris, numero speciale, clic. 1952) una doppia formula per caratterizzare e opporre i due fenomeni : identificazione: « lo sono come lui »; proiezione: « Egli è come me». La proiezione appare, secondo la spiegazione prevalente, un processo nel quale gli impulsi inconsci del soggetto sono vissuti attraverso trasformazioni allucinatorie della realtà. Naturalmente, questo meccanismo non agisce solo in torme· patologiche, ma anche presso soggetti normali. La proiezione dovreb• be costituire un meccanismo di!ensivo automatico e inconsciente per il quale il soggetto scarica all'esterno contenuti inconsci inaccettabili a livello cosciente, mentre l'identi!icazione rappresenterebbe un meccanismo, parimenti automatico ed inconscio, e con simile !unzione difensiva, per il quale il soggetto fa propri elementi della realtà esteriore. Secondo una diversa spiegazione, il significato di proiezione potrebbe invece venire inteso in senso più largo, come strutturazione significativa da parte del soggetto di una realtà esteriore di 42 - I Il cinema nel 'sistema' della psicologia sperimentale L'indagine psicanalitica di Freud, che ha studiato particolareggiatamente (nel 1921) il processo di identificazione quando si compie nella vita corrente, ad esempio nella vita sociale, o quando sta alla base di determinati meccanismi nevrotici, distingue tre specie di identificazione (tutte legate alla distribuzione delle nostre cariche affettive): l'identificazione con l'oggetto amato e invece perduto, vietato o inattingibile (tdentificazione di consolazione); l'identificazione con colui al posto del quale vorremmo essere, il rivale, (identificazione di gelosia) e l'identificazione con colui che sentiamo sincronizzato con noi nella impostazione affettiva (identificazione per simpatia o per contagio). Tali processi di identificazione, secondo Freud, sono automatici, ossia non implicano una partecipazione personale (Jung adopera, da parte sua, per l'identificazione formule come: < processo di partecipazione mistica>, < imitazione inconscia > per cui il soggetto diventa e incapace di differenziarsi chiaramente dall'oggetto al quale è legato da una immediata relazione che può soltanto essere descritta come una parziale identità>) 1 • Le due ultime forme di identificazione, secondo la distinzione di Freud, < si sommano e finiscono col coincidere nell'osservazione cinematografica di un fatto> (Musatti, Relazione sui processi psichici attivati dal cinema, 1952); esse stanno alla base delle situazioni più banali, per cui ad esempio il giovane spettatore di sesso maschile rivive in proprio i sentimenti espressi dal protagonista di una vicenda amorosa. Ma anche la prima forma di identificazione, quella denominata di consolazione, e si produce nelle situazioni filmiche. Per essa è possibile che lo spettatore si identifichi con l'Individuo che gli appare come un modello, che è oggetto, per le proprie caratteristiche fisiche o spirituali, della sua ammirazione: modello tuttavia inattingibile perché appartiene a questo altro mondo, reale ma di una realtà lontana. Questa forma di identificazione ha un campo di azione assai più ampio delle altre, ed è ad esempio indipendente dalla eguaglianza o diversità di sesso>. Per essa lo spettatore può identificarsi con ogni eroe

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