giovane critica - n. 5 - ott.-nov. 1964

► " « Un episodio denso di interesse, carico di originalità e chiaramente col• legato a tendenze culturali di minoran• za tipiche del secondo dopoguerra ame• ricano: anarchismo Individuale piutto• sto che protesta organizzata, pacifismo e non violenza, secondo li precetto di Gandhi, Interesse appassionato per la cultura asiatica, dal buddismo Zen a 'I King ', e un'ansia di pagare di persona in cambio dell'impossibilità di avere chiarezza ideologica e forza ba• stante per una pressione reale sulle strutture )I (FURIO COLOMBO, Introduzione a Nuovo teatro americano, Bompia• rJ 1963, pag. 31). Un giudizio analogo, sul senso del Living Theatre, viene espresso da Gul• do Fink (« l'unico che veramente mi sembra voglia svolgere un'effettiva fun• zione 'anti-Broadway• è li Living Thea• tre di Jullan Beck e Judith Malina »). nella sua esauriente e brillante rassegna Broadway 1962 isola in un'isola, Cinema Nuovo, anno XI n. 158. luglio-agosto 1962. " Ha notato Alfredo Leonardi: « E· sattamente come pensavano Piscator e Brecht, Julian Beck e Judith Mallna ritengono che li pubblico, per reagire consapevolmente alle proposte della rappresentazione, non debba farsi ra• pire o alienare dalla bellezza e verosimiglianza dello spettacolo, ma debba invece ricordarsi sempre di essere spet• latore e sia per questo in grado di sta• blllre precise relazioni con la realtà che lo circonda e alla quale sente a tutti gli effetti di appàrtenere, anche In quel momento » (La compagnia del Llving di New York, In Cinema Nuovo, anno X n. 152, luglio.agosto 1961). Living Theatre di New York, che costituisce e un episodio a parte nella storia recente del teatro americano> 13 • Il film «documenta>, scandendola nel ritmo ossessivo delle ore e dei minuti, la giornata modello di una prigione per marines. L'incontro fra lo «sperimentalismo> dei Mekas, di per sé cosi spurio e intessuto di equivoci e velleità, e l'autentica avanguardia, di stampo documentaristicodidattico, del dramma e della regia del Ltvtng ", risulta sconvolgente. The brig è anzitutto la documentazione d: una pedagogia della brutalità e di una didattica della spersonalizzazione: l'addestratore-aguzzino teorizza ed esige l'ubbidienza cieca e assoluta, pratica e verifica il condizionamento più stretto degli atti e dei pensieri del prigioniero, gli nega ogni margine di <inventiva> personale (la più lieve variante alle rigide formule fisse che il detenuto riafferma e urla continuamente d.inanzi ai suoi guardiani - in uno stravolgimento della voce umana divenuta grido privo di sfumature e di inflessioni - è punita come crimine). L'aguzzino, strettamente condizionato a sua Yolta dalla logica del sistema, verifica cosi il proprio potere sulla vittima, umiliandone la <singolarità> e assimilandola completamente allo stravolto rituale della prigione e al codice che ne regola inflessibilmente gli atti e i rapporti. La rappresentazione di una società, e il giudizio su di essa, emergono con violenza, senza cadere nella deformazione allegorica costantemente evitata dalla qualità <documentaristica> del dramma, dalla esemplificazione di questo suo aspetto <particolare>: la natura ed esistenza di una siffatta <particolarità> è infatti tale da investire e chiamare in causa, di per sé, il «sistema>, senza bisogno di sovrapposizioni esplicative (in questo, The brig è agli antipodi del discorso: cosi cauto e <interno>, del Marines di Reichenbach). L'incontro fra la rigida fissità della scena teatrale - la gabbia dei prigionieri - e la mobilità frenetica della camera risulta di una straordinaria e motivata efficacia: il <movimento> degli uomini appare così in tutto il suo allucinante condizionamento, un disperato agitarsi che stritola e spezza i centri della riflessione e della volontà. La ripetizione accelerata e frenetica degli atti della giornata, con quel che ha di ellittico e di stilizzato, ne svela con progressione crescente il meccanismo disumano e ossessivo: lo spettatore dapprima sconvolto e sgomento, sente crescere in sé ed esplodere infine un'indignazione che diventa protesta e rivolta. Adelio Ferrero -41

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