giovane critica - n. 5 - ott.-nov. 1964

stica, intrisa di cattolicesimo, di Fellini sono lo « specchio » fedele della borghesia dell'Italia d'oggi, così come le irresolubili ed irrisolute antinomie bergmaniane registrano la drammatica inconciliabilità delle forme dell'etos borghese 9 • Bastano questi accenni per intuire la ricchezza di im• plicazioni di ogni esperienza artistica autentica e per inten• dere nel giusto senso l'interrogativo gramsciano, se non dovesse cioè considerarsi rappresentativo di un momento storico anche l'artista che ne esprime gli elementi reazionari e anacronistici, poiché prima « che il nuovo uomo creato positivamente abbia dato poesia si può assistere al canto del cigno del vecchio uomo rinnovato negativamente: e spesso questo canto del cigno è di mirabile splendore: il nuovo vi si unisce al vecchio, le posizioni vi si arroventano in modo incomparabile, etc.» 10 • ◄ Scarsa o del tutto inesistente invece l'incidenza di altri nomi. di nitre esperienze culturali, un confronto con le quali consentirebbe un superamento di alcune cristallizzazioni, che finora sembrano essere il fatto meno convincente della nostra critica: si pensi, ad un fine semplicemente orientativo, a tulio un settore di ricerche e di analisi sul cinema perseguite su uno base fenomenologica (Dorfles, Barthcs, Cohen-Séat). 5 Cfr. /I màrxi.smo e la critica letteraria, Torino, l 953. p. 14. • Op. cit .. p. 52. 7 Ad es.• M. Argentieri, recensendo ne /I contemporaneo, n. 55, dicembre 1962, il volume /I mestiere del critico, ontologia di schede apparse su Cinema Nuovo, afferma: • [. .. ] sosteniamo che i nostri dubbi si appuntono su uo metodo critico che, nella rigidità delle sue postulazioni programmatiche, rischia di non arrivare a quello superiore comprensione dello realtà e dei faui artistici cui dovrebbe mirare. Il pericolo che Cinema Nuovo corre, in altre parole, investe lo minoccio del lento • immancabile esaurimento di uno indagine dall'impianto schematico ». • Cfr. /I ,igni/icato attuale del rea/umo critico, Torino, 1957, p. 87. • Il carattere • realistico • (nella più empio eccezione che qui si è tentato di formulare) d"ei film di Antonioni, od esempio, è ben sol• tolineato da Moravia in alcuni articoli-recensioni che restano fra le cose più acute che siano !late scritte sul nostro regista: - Antonioni è un moralista e un realista dell'alienazione -. In verità egli è un renlistn cral1co che si studia, nei suoi film, di rappresentare Jn crisi della nostro culture e della nostra società. Cfr. L'Espre55o del 22.,1.1962 e del 13.5. I962. •• Cfr. Letteratura e uita 11a:io11ale, Torino, 1954. 3. Chi segua l'arco di sviluppo della cnt1ca cinematografica, quale si è venuta svolgendo negli ultimi quindici anni, noterà come ogni periodo sia stato caratterizzato eia un tema particolare, che ha fatto come eia catalizzatore della discussione: così, risalendo indietro nel tempo, il cinema cinematografico, il rapporto politica-cultura, la revisione critica e, più recentemente, il realismo, !"avanguardia ed il decadentismo. Questi interessi predominanti hanno lasciato necessariamente un po' in ombra altri problemi, dei quali uno in particolar modo risulta sacrificato oltre misura: ed è il metodo di lettura del testo artistico ( film). gli strumenti di ricerca della sua particolarità estetica. u questo tema non si è ancora avuto in Italia un vasto movimento di idee, che proceda di pari passo con i risultati raggiunti in altri contesti culturali: si pensi, ad esempio alla explication de textes, tradizionale nella critica francese. Eppure già Croce ammoniva che « ogni riferimento che si faccia o si sia mai fatto alla poesia è riferimento al suo linguaggio. che non è con lei ma è lei, dal quale non si può separarla come esso non le si può aggiungere » 11 • Sembra perfino o,·vio sottolineare la necessità di riferire ogni discorso critico su un autore al testo stesso, per verificare in concreto le conclusioni tratte o da trarre: né dovrebbe esservi altra possibilità di condurre una qualsiasi analisi di un film se non partendo dalle particolari forme strutturali che lo individuano come opus autonomo. Eppure - e non sembri ciò un paradosso - a leggere le spesso acute recensioni sui film, si ha l'impressione che esse siano per così dire fun. gihili e che possano adattarsi ad un 'ipotetica analoga opera, poniamo letteraria: ci si dimentica fin troppo che un film è fatto di inquadrature, sonoro, montaggio, di tutto quell'insieme di mezzi espressivi al quale bisogna riportare e - 29

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