giovane critica - n. 5 - ott.-nov. 1964

e ogni tanto si fa viva con le cesoie a salvaguardare gli ormai frusti e valori eterni>. L'ultimo episodio riguarda un più che dignitoso film inchiesta, Il Finimondo, dell'esordiente Paolo Nuzzi, bloccato in censura apparentemente senza motivo. Sarà stata la sottile polemica antindustriale contenuta a tratti nel film ad irritare i censori? O sarà stata la sequenza di un parto indolore, in cui la gestante, seguendo i consigli del medico, mette alla luce col sorriso sulle labbra il suo bambino, contraddicendo però il biblico e e tu, donna, partorirai con dolore >? In questo panorama resta troppo facile prevedere tempi precari per il cinema italiano. Le organizzazioni sindacali dello spettacolo, le associazioni di categoria sono disorientate per i cedimenti socialisti e stentano a trovare una precisa politica. La nuova legge, se e quando sarà approvata, prevede un controllo pesante dell'esecutivo che potrà rafforzare la censura governativa. Il lento sgretolarsi del numero degli spettatori annui continua inesorabile, mentre l'aumentare del prezzo del biglietto favorisce la fuga del pubblico e spiana il campo alla preponderanza televisiva. Eppure, sebbene sempre più stretto, c'è ancora un margine su cui merita battersi. Giuseppe Ferrara Nei prossimi numeri di "Giovane critica" Vittorio Strada scriverà su cultura e direzione politica nella Russia postrivoluzionaria • Guido Oldrini su Clzaplin e la critica chap/;niana • Hans Mayer su Brecht e Diirrenmatt • Gianni Toti su le riviste e i monopoli della cultura • Adelio F errero su cinema e teatro liberi in Inghilterra • Leonardo Sciascia sulla narrativa siciliana recente • Pio Baldelli su Antonioni e i suoi critici • Augusto Illuminati su scienza e ideologia - 13

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