giovane critica - n. 5 - ott.-nov. 1964

. guadagnati col cinema, ma In altre attività più e sicure>, prima di tutto l'edilizia; la concorrenza del film hollywoodiano schiaccia il prodotto italiano attraverso le forti agenzie americane che controllano ormai tutto il noleggio), ma perché lo Stato è inspiegabilmente avaro, assurdamente taccagno. Suvvia, togliamo i troppi balzelli al poveri Imprenditori e prestiamo loro, a un tasso ovviamente equo, e alcuni miliardi >: allora tutto andrà per il meglio. Che l'Industria cinematografica si meriti un considerevole aiuto è dimostrato da recenti convegni, dichiarazioni, Interviste di produttori, in cui viene sempre annunciata la ferma intenzione di abbandonare temi scabrosi. Al convegno di Bologna, tenutosi in giugno sul tema e Il cinema italiano e la civiltà industriale>, l'avv. Borasio, braccio destro del presidente della Confindustria, ha chiesto nei futuri film e la presenza equilibratrice di qualche positività>, e subito gli ha risposto Monaco, a nome dell'ANICA: e E' nota l'importanza che il mondo industriale e finanziario statunitense ha sempre attribuito ai favorevoli riflessi della diffusione del film americano nel mondo sulla conoscenza del continui progressi della vita economica e sulle correnti di esportazione. Penso che questa convinzione si stia diffondendo anche nel nostro Paese; se ne potranno trarre grandi, reciproci vantaggi, soprattutto se, attraverso più stretti rapporti tra gli industriali e i nostri produttori, la parte migliore della futura nostra produzione filmistica potrà dare una più chiara ed obiettiva visione 'del decisivo contributo dell'industria al progresso economico e sociale della Nazione>. Il produttore Bini ha sviluppato la mano tesa di Monaco annunciando, prima su Il tempo di Roma, poi sull'Araldo dello Spettacolo, l'intenzione di fare un film sulla vita -del conte Volpi di Misurata. e Ma quanti altri capitani d'industria - ha aggiunto - venuti dal nulla, sono riusciti a creare grandi aziende, ad imporre prodotti che sembravano inespugnabile prerogativa di altri paesi, a conquistare mercati verso i quali ogni tentativo di concorrenza appariva destinata ad infrangersi in partenza? Quante vite miracolose! Basti ricordare i nomi dei Pirelli, degli Agnelli, dei Necchi, degli Innocenti, dei Motta, degli Alemagna ecc. per dare un'idea della vastità di figure e di vicende che potrebbero offrire allo schermo elementi di vivo interesse per opere cinematografiche di ampio valore umano e sociale. E crediamo che questo genere di film, se realizzati con lo stesso impegno che sorresse i nostri migliori registi nel rappresentare anche gli aspetti più umili della vita d'ogni giorno, potrebbe oggi suscitare grande interesse e compiere al tempo stesso - sul piano nazionale ed internazionale - un'opera di propaganda e di valorizzazione assai più aderente alla realtà della nostra attuale situazione e del nostro prestigio nel mondo [ ... J. Per l'esame di un periodo storico particolare, il seguire un industriale ci permette un'indagine molto più ricca e approfondita che osservare nello stesso periodo un uomo qualunque. Esempio: se si vuole fare un'indagine politica e finanziaria dell'Italia nel primo dopoguerra, si può fare In maniera intimista con un tipo di 'travet' ma si avrà un orizzonte limitato perché il personaggio è a contatto solo con la piccola realtà che lo circonda immediatamente. Se invece facciamo la vita di un grande finanziere, la nostra storia ci porta a contatto con i capi di governo, con tutti gli ambienti dell'alta finanza, con tutti i più grossi problemi di politica interna ed estera, con i problemi del capitale, cioè si esamina lo stesso periodo a un livello molto più alto e con molti più contatti, oltre alle maggiori possibilità offerte dal lato spettacolare degli ambienti>. La redazione dell'Araldo commenta compiaciuta: e Ecco un terreno su cui la collaborazione fra cinema e industria pot.rebbe riuscire particolarmente feconda e giustificare il comune impegno per un cinema sicuramente desti- -11

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