conclusione non esclude affatto - anche se non include necessariamente - che la persona possa venire da noi investita di valore. Dipende esclusivamente da noi se decidiamo di investire di un supremo valore ciò che noi stessi siamo, appunto persone. Se decidiamo o no di rispettare l'uomo nell'uomo>. Per Sartre, poi, è il legame dialettico di valore e storia, la prassi, che rende possibile la sua convergenza con il marxismo. In questo senso ha sviluppato la sua critica all'antropologia di Lévi-Strauss, nella quale vede la riduzione dei < fatti> umani ad una morfologia scientifica sostanzialmente antistorica. Mentre Garaudy nella sua relazione introduttiva non è andato oltre una concezione più e mobile > della dialettica, senza portare nuove indicazioni, l'intervento di della Volpe non si può escludere che sia stato indirettamente polemico verso le indicazioni del convegno. Le indicazioni metodologiche e le istanze scientifiche a cui si è attenuto esigevano una maggiore convergenza al campo specifico della morale. I contributi di della Volpe in questo campo sono stati notevoli (basti pensare al Rousseau e Marx), ma è mancata ancora una volta l'occasione di una chiarificazione. Il cecoslovacco Kosic ha infine offerto un valido esame del problema dell'alienazione (quest'ultimo contributo è stato pubblicato su Crtttca marxista, n. 3, 1964). Le indicazioni del convegno, sono state chiare: emerge l'esigenza di porre in prima linea i problemi della morale, rivendicandone quella presenza nelle scienze umane che il razionalismo dogmatico aveva ricacciato. Ma nello stesso tempo si è rivelata una debolezza, di cui si avverte l'esigenza di superamento. Il compito della filosofia marxista si limita ancora a quello di una mediazione culturale, piuttosto che dirigersi verso quello di una risoluzione. Essa assorbe ed amplia certamente le sue possibilità, ma se non vuole rinunciare al suo compito storico, deve piuttosto elaborare gli strumenti di una critica della cultura. Lenin aveYa inteso chiaramente in questa direzione il senso del suo discorso in Materialismo ed Empiriocriticismo. Il suo carattere apparentemente astratto o fissato tendeva, malgrado certe insufficienze, a costituire un punto di Yista di diretta opposizione all'idealismo e al relativismo. Questa direzione di continua relativizzazione della cultura borghese ha costituito finora il centro di resistenza di tutto il marxismo. Per il passato la cultura borghese aveva beneficato, ora in maniera evidente, ora sotterranea, dell'apporto del marxismo per modificare e mascherare le proprie carenze, e procedere quindi più liberamente a contrastarlo; ma essa ha visto ogni volta venire il momento in cui il marxismo le ha fatto i conti e chiesto gli interessi: e meglio dell'idealismo staliniano vi è riuscita la < resistenza> lukacsiana. Ma nel momento in cui esso vuol prendere l'iniziativa annettendosi gli strumenti e le tecniche della cultura borghese, non può fare a meno nello stesso tempo di rinnovare gli strumenti e le tecniche per modificarli. Questa necessità sarà ancora più chiara se il marxismo porterà questo assorbimento fino al limite di relativizzarsi esso stesso. Quanto al problema della morale e della persona attendiamo il riconoscimento che una domanda <insensata> ma non mistificata sulla vita possa valere in quella possibilità <di rispettare l'uomo nell'uomo>. Paolo i\laogooaro Il 9 ottobre, all'età di 43 anni, si è spento Raniero Panzieri, fondatore dei Quaderni Rossi. Alla redazione della rivista torinese abbiamo inviato il seguente telegramma: ccApprendiamo con ri• tardo la tremenda notizia stop Speriamo che il movimento operalo possa colmare con la sua azione il vuoto lasciato da Raniero Panzieri stop Una forte stretta di mano ». -9
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==