giovane critica - n. 4 - apr.-mag. 1964

.. anche in quelle successive (che inferiscono poi nel delicato conformarsi del piccolo esercizio). Interviene però, a questo punto, un altro aspetto della tormentata questione. Ovvero, la e cattiva coscienza, di molti (troppi) del nostri registi, soggettisti, sceneggiatori e collaboratori creativi varli (non ultimi gli attori). Ogni sforzo teso a trasformare (o a rivoluzionare?) le dette strutture del cinema nazionale, sarà destinato a una sterilità davvero preoccupante (o a una controproducibilltà) se, accanto alla azione educativa nei confronti del pubblico, specie di quello popolare e di massa, non corrisponderà infine un'azione a livello di e élite, nei riguardi degli autori: azione atta a prontamente e decisamente respingere ogni compromesso e ogni concessione, ogni falso intellettualismo e ogni sottomissione al qualunquismo , Inchiesta sul cinema italiano d'oggi, in Rinascita, Roma, a. XXI, nn. 5 del I• febbraio 1964, 6 dell'8 febbraio, 7 del 15 febbraio, 8 del 22 febbraio, 9 del 29 febbraio. • L'iniziativa è allo Stato, in Mondo Nuovo, Roma, a. VI, n. 11 dell'll marzo 1964. SI veda anche un precedente articolo di Chiaretti, Fisco, credito e megalomanie, sul n. 10, 8 marzo, dello stesso settimanale. > crr. Filmselezione, n. 19-20, settembre-dicembre 1963. In questo editoriale dal titolo Un socialista allo spettacolo, Paolic• chi afferma che finora la gestione politica di tale settore « era sempre stata democristiana. Anzi, tranne una recente eccezione, era stata sempre una gestione democristiana di destra (. ..) ». Ora a parte Il lontano e Isolato caso di Ragghiantl, sottosegretario per le Belle Arti e lo Spettacolo nel Ministero Parri del 1945 (cfr. la ricerca effettuata da Gianpiero Berengo Gardln per Il numero speciale de Il Ponte, novembre 1961, dedicato a Censura e spettacolo in Italia), perché Paollcchi dimentica Il Sottosegretariato tenuto dal socialdemocratico Ariosto fra Il luglio 1958 e il febbraio 1959? Forse perché. l'esponente del PSDl, esclusa qualche ormlli facile concessione per certi film stranieri fino a quel momento tenuti in quarantena, non si rivelò molto diverso dal preimperante, alla e dolce vita, e alla e bella confusione,. La critica - noi - ha a disposizione le armi dell'intransigenza e del rigore (che nulla potrà spuntare se non l'autolesionistica volontà o la malintesa obiettività dei singoli interessati). Le si sappia usare, senza cedere a caritatevoli « distinguo , e senza distribuire comode patenti di anticonformismo. Altrimenti, ogni struttura, sia pur modificata, perfezionata o rivoluzionata nel senso da tutti auspicato, non servirà che ad accogliere e a diffondere squallidi e poveri prodotti di una cultura (o di un mercato) antiprogresslsta e accademica, in tutto e per tutto convenzionale (anche quando spaccia per avanguardia e sperimentalismo la propria congenita o connaturata incapacità a esistere, a proporsi, a rinnovarsi). Lorenzo Pellizz.ari cedenti colleghi democristiani? O forse per creare una patente di priorità all'on. Corona ed eliminare ogni sospetto dalla sua persona e dalla sua scelta? • Tipico il caso dell'« incontro » fra !'on. Corona e la critica milanese, svoltosi al Circolo della Stampa a fine gennaio: dopo una lunga attesa dei numerosi convenuti, il tutto si è risolto in pochi minuti con un anonimo e accorto discorsetto di circostanza, dove nessun problema è stato minimamente sollevato, il contraddittorio è stato accuratamente evitato e i còmpiti della critica equiparati dallo stesso ministro a qualcosa fra la pratica scandalistica e il gusto della polemica fine a se stessa. Conclusione, un « beviamoci sopra », prontamente messo in pratica da Corona e altrettanto prontamente imitato dai partecipanti. Il presentatore, l'immancabile Ferruccio Lanfranchi, ha inoltre più volte attribuito al ministro Il titolo di ' Eccellenza ': titolo, se non vado errato, dichiarato Illegale nelrimmedlato dopoguerra su proposta dell 'al· lora • compagno ' Nenni, Per chi non sappia di cose vichiane, esistono anche i corsi e ricorsi storici. Detto fra parentesi, e senza voler istituire alcun parallelo, leggo in Flaubert, L'educaz1one sentimentale: « Il centro sinistro si sarebbe dovuto ricordare un poco meglio delle proprie origini ». -7

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