giovane critica - n. 4 - apr.-mag. 1964

.\/011do ,\'uot•o (a firma Tommaso Chiaretti, Adelio Ferrero, Giam• piero Mughini. Pio Baldclli) e la relazione su Realismo decaden• tismo e at·a11guardia nel cinema contempora11eo pronunziata a Porretta Terme da Guido Aristarco, preceduti e giustiticati da una prefazione di Antonio Lombardi. generosissimo animatore del Circolo cosentino ... i tratta cli una pubblicazione utilissima e quanto mai opportuna. se si pensa l1ambiente cui è prevalentemente destinata. che testimonia ulteriormente della vivacità della 'periferia': rui non corrisponde. al momento, pari capacità di guida e di disciplina da parte del 'centro'. LoRE'IZOPELLIZZ\RI.Il cinema ,ovietico dal Bortnikov all'Ivan, Cinestudio n. ll, Monza, 1964. pp. 40, L. 300. • Comprende un bilancio critico tracciato da Pellizzari e corredato eia ampie note bibliogralichc ragionate che attestano q·uale accanito e intelli. gente lettore egli sia. nonché i testi della famosa lettera di Sartre, in occasione della comparsa sugli schermi veneziani de l 'Tnfan:ia di Ivan, c di un successivo intervento di Vittorio Strada. Confessiamo però che, allo scopo di ricostruire l'area ideale di quel dibattito, avremmo ritenuto opportuna anche la pubblicazione dell'intervento di T. Chiaretti, v-ivacemente polemico, come si sa, nei confronti di Sartre, apparso a suo tempo su Mondo Nuovo. Lie,•e lacuna che nulla toglie airinteresse della pubblicazione, con• Eueto nei fascicoli monzesi. Saggistica varia JEA,..,, PAULSARTRE, Critica della Ragione dialettica, Mondadori, 1961,'2 \'oli. di pp. 4i0 e -174, L 3.200 . E' sorte comune delle opere di Sartre che fin dal loro apparire si presentino alla cultura europea come un caput mortuuni che deve essere superato. Assieme al grande successo che l'ha accompagnata, la Critica della Ragione dialettica - che esce finalmente in Italia per il Saggia• tore a cura di Paolo Caruso, il quale ha il merito di aver facili• lato con la sua traduzione l'attenzione ad un testo così pregnante, ma spesso sh1ggcnte - ha visto crescersi attorno l'ostilità e la replica di tutte quelle parti della cultura, dalla sociologia, all'antro• pologia, al mar:xismo, che es.sa aveva evocato nella propria prospet• tiva. E in ogni caso le risonanze, le critiche si levano proprio per revocare 1a legittimità dell1inserimcnto di queste scienze, che Sartre porta fuori del loro piano originario e tenta di verificare nei con82 - testi pili eterogenei. Così abbiamo visto Gurvitch che nell'allicttnto Dit1lectique el Sociologie rimanda ai criteri sociologici di Sartre, mostrando l'inconsistenz..1 dei loro rapporti dialettici; e Lévy- trauss che nella mirabile La pensée .rnu.vage ne dissolve la fenomenologia storica. l\1a è sulla parte marxista, su cui direttamente aveva puntato Sartre, che l'effetto è stato notevole. G1i inter- "enti di Leo Figuèrcs, Garaudy, del giovane Althusser e di Lupo• rini segnano quello che è stato grosso modo l'alterno dibattito sui temi portati da Sartre. Se Luporini è stato attento lettore, ma cauto, il polacco Adam Schaff, pur contestando l'innesto dell'esi• stenzialismo nel marxismo, è il solo, sembra, che ne abbia tratto una lezione positi\la, richiamando l'attenzione dei marxisti sull'importanza di quei problemi di ordine etico, che la " morale di guerra>> ha finora trascurato. E a questo proposito vogliamo ag• giungere che quanto più il marxismo approfondirà questa dimen 4 sione fuori del generico umanismo, tanto più ne guadagnerà nello S\lolgimento dei suoi problemi più autentici e dei suoi fini. E' stato comunque sul concetto di dialettica, vero Hauptproblem della (iloso!ia marxista contemporanea, e sulle sue alterne deter• minazioni, che la discussione è venuta a centrarsi. Come è noto i filoso!i comunisti lrancesi nel dibattito svolto con Sartre alla Mutualité, richiamandosi all'ortodossia del Diamat, hanno respinto come empiriocriticista e idealistico il concetto sartriano di dialettica applicata esclusivamente alla storia e alle scienze storiche, ed esclusa del tutto dall'àmbito dei fenomeni naturali e dalle scienze a questi connesse. Tuttavia l'esclusione è stata operata così conseguentemente da rientrare seozaltro nell'àmbito degli sviluppi po• sitivi dell'epistemologia moderna, alla (Jllale, d'altra parte, ha di• mostrato di non voler rinunciare la parte piu avanzata della filo• sofia marxista contro il dialettismo monistico del Diamat (mate• rialismo dialettico). In questo senso la critica di Sartre alla engelsiana dialettica della atura ci sembra segnare un progresso decisivo nella liqui• dazione degli aspetti metafisici del Diamat, e ad un punto più avanzato di quanto sono arrivati olio stato programmatico i critici marxisti italiani. Si tratta, a questo riguardo, dell'ampia disamina metodologica compiuta da Sartre sugli aspetti gnoseologici ed epistemologici del marxismo, la quale non si può dire che sia stata condotta come CO· pcrtura di un'operazione idea1istica (se non fosse ancora chiaro, tale perché nella costruzione della materia riduce (Jllesta a pen• siero) - solo per il fatto che si viene a rivendicare un aspetto fondamentale della scienza moderna, cioè che lo operimentatore fo parte del sistema sperimentale - ma che si vede, invece, impe• gnata nella ricerca di uno più rigorosa ed esauriente elabora1iooe

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