giovane critica - n. 4 - apr.-mag. 1964

• • recens1on1. Cinema Pio B \LDELLI, ociol.ogia del cinema, Roma, Editori Riuniti, 1963. pp. 323. L. 3.300 - La raccolta di saggi di Pio Baldelli viene ad inserirsi matura e disciplinata nel dibattito cnllco sul film di ogei. con un cospicuo bagaglio di proposte di fondo, senza inna• moramenti da periodo di decadenza. Parlare di pubblico come fa il nostro critico e porsi nelle sue ,·esti non signi[ica avere vocazioni francescane ma piuttosto render,i conto moralmente. socialmente di quella che è la funzione di rritico e di regista~ il dato che il cinema è consumo di massa non de,,e sminuirne il contenuto culturale, ma come giustamente dice il Baldelli alla (ine del suo libro « i rappresentanti politici, gli educatori, gli intellelluali devono operare sullo stadio di svilup• po raggiunto dalla coscienza popolare: poiché ogni tappa del progresso si misura, come è noto, dal conseguimento di un maggiore potere di iniziati,,a, di responsabilità, di apporto creativo da parte <li tutti i membri delJa comunità ». Nella prima parie giunge antica la eco delle diatribe u-a i partigiani cieli' ·astratto' e del ~[igurativo': romanzo o antiromaozo? il personaggio positivo e la prospettiva socialista o l'infor·malc, l"eclisse dei sentimenti? quando più che contraddizioni, si tratta di dicotomie apparenti, che crescono all"interno delle opere e sono limiti « che dipendono o dalla pochezza dell'espressione poetica o dalla miopia ideologica del punto di vista ». Vi è un lungo paragrafo dedicalo alle esperienze del Rosi di alvatore Giuliano, ciel De eta di Banditi ad Or&o,olo, ed altri tra i più interessanti, do, 1e « i limiti interni del linguaggio (~l'immagine stanca', dissonante) coincidono puntualmente con un manrato approfondimento del punto di vista sui contenuti )>; e 80 - non si cerca di proporre, da parie del cnt1co, una precettistica con il fanatismo degli argomenti, anzi si dovrebbero chiudere le diatribe intorno all'antitesi delle formule: (< questo annebbiare, per scarsa cultura e mediocre coscienza storica, valori e disvalori, questo alterare la fisionomia delle opere esautorando l'esercizio critico di storicizzare distinguendo ». li saggio dedicato a Chaplin occupa lulla la seconda parte; e al critico appare che la letteratura critica sul regista americano sa.1 infirmata eia un doppio ordine di errori: <C da una parte, si costringe l"opera cli Chaplin ad una coincidenza deterministica con sii avvenimenti storici», in questa maniera (( evapora il legame di Chaplin con le esperienze inglesi, con quanto ,•enne assimilando della cultura americana, e soprallullo il suo posto di epigono nel con• testo della polemica ollocentcsca e romantica ( antiborghese): diventa quasi loriogra(o del proprio tempo, di questo mezzo secolo ( ... ) Ma intanto si perde il primato dell'autobiografia sul 'sociale', l'egocentrismo, ranarchismo, il senso cbroico della persecuzione. della protesta, della implorazione ( ... ) Da parte opposta ~i giunge alla de,toricizzazione dell'opera di Chaplin identificando l"autore con il proprio personaggio ». Il Baldelli accusa la prima interpretazione, che vuole Chaplin e< al centro sempre cli aggiornate componenti storiche» di cancellare il senso di una giusta delimitazione dell'opera del regista, mentre sul piano dei risultati te si scambiano per possenti prove poetiche certi cedimenti oratori "; le analisi condolle dal Baldelli viceversa sono sempre ancorate ai testi, raccogliendo da queste analisi i dati per una 'poetica' chapliniana che poi permetta i giudizi cli ,,alore nei confronti della produzione del regista americano, che molte volte ha dovuto soffrire adesioni esclamative o rifiuti in blocco da parie della critica.

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