" ALBERTO CoNSIGLIO, Introduzione a un'estetica del cinema e altri scritti, Napoli, 1932, pp. 19, 42, 44. 19 ALBERTO CoNSIGLIO, Cinema: arte e linguaggio, Milano, 1936. 74 - - non si accordi agevolmente con l'opinione della rivista, con gli appunti e le note stese cosi dal suo direttore come da altri collaboratori (il Margadonna, a esempio). c Basterebbe accennare», prosegue Ferrieri, e al valore da me dato al concetto di ritmo, base della creazione cinematografica, e più che tutto alla mia predilezione per il cinema narrativo, cioè per quel cinema in cui un'unità lirica è svolta in una rigorosa e concatenata successione di casi, secondo un ritmo conveniente>. Ciò non impedisce comunque all'autore e al suo gruppo di convergere verso lo stesso ordine di problemi discussi nell'àmbito dell'estetica idealistica e di innestarsi sul tronco delle due esigenze fondamentali promosse da questa estetica: l'unità ideale della creazione artistica e la ricomprensione di ogni forma possibile di essa nella categoria dell'arte in generale: e infatti, conclude Ferrieri, « considerato come fatto estetico, il cinematografo rientra nell'ordine dell'estetica generale>. Neanche per Alberto Consiglio, il quale non a caso muove i suoi primi • passi di scrittore tra i letterati raccolti intorno a Solaria, « è possibile delineare un'estetica del cinema come scienza particolare>; ogni tentativo compiuto in questa direzione, implicando una distinzione tra i generi artistici, ricadrebbe infatti nei limiti di una « trattatistica retorica>. Proprio con queste affermazioni si apre il suo primo saggio sul cinematografo; e in questo senso egli sottoscrive le proposizioni basilari dell'estetica idealistica, tra l'altro a riguardo dell'essenza del cinema (che è per lui e poesia delle luci e del movimento>) e dell'c individualità dell'autore>. e TI gioco scenico degli attori, il taglio della scena, il gioco delle luci, la decorazione degli interni, la scelta e la determinazione del soggetto, la visione dei paesaggi, la scelta delle musiche, sono ad un tempo la prima e definitiva espressione dell'autore tutti codesti elementi sono creta che egli manipola ed elabora finché in essa abbia riconosciuto la presenza del suo spirito> "· Che è quanto ribadisce e precisa in uno scritto successivo", dove il cinema viene esplicitamente presentato come un'arte visiva, figurativa, e fornita dei caratteri tipici di unità e durabilità >: la composizione artistica diviene cosi, nel linguaggio filmico, « composizione di figure > secondo le medesime leggi di equilibrio che presiedono in genere alle arti della visione. Come Consiglio, anche Margadonna respinge la possibilità di esistenza di e tante estetiche quante sono le arti>, e ritiene quindi impossibile < pensare una particolare estetica del cinema>: proprio in conformità alle conclusioni degli altri autori qui considerati. L'adesione alle posizioni idealistiche avviene inoltre in Margadonna nel senso di riconoscere la natura flgu- ' I
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