• In Russia la forza di ottant'anni cli lotte cli intellettuali e cli lavoratori era tanto grande che quando, all'incirca dagli ultimi anni del secolo, si forma il Partito Socialdemocratico, si ha quella clivisione e quel clibattito circa la partecipazione e l'Impegno degli intellettuali, e una energica clivisione cli questi ultimi (tanto bene rispecchiata nel Klim Samghin cli M. Gorkil quale l'Europa Occidentale non aveva avuto nemmeno dopo la Comune e che, in quel medesimo periodo, assumeva invece le forme - tipicamente ' arretrate ' - dell'atfaire Dreyfus. • L'espressione è di Lukacs e segue il riconoscimento che con lo stalinismo l'URSS non è stata più tale per gli intellettuali d'Occidente. ' Patria spirituale ' equivale qui a tradizione coscientemente scelta. • In Italia manca, si può dire, quasi completamente il ' senso ' della guerra imperialista: non conosco uno studio su quest'argomento, che potrebbe diventare prezioso. Si pensi alla scarsità e, soprattutto, alla angolazione delle testimonianze poetiche e letterarie. Il limite della coscienza nella combinazione di sopportazione stoica con elementi esistenziali (Ungaretti), democratico-patriottici (Jahier) o cristiani (Rebora). E non si parla mal, o quasi mal, degli altri, dei 'nemici '. Mancato, anche sul piano della semplice denuncia, qualcosa che equivalga al libri di un Barbusse o, dieci anni più tardi, di un Remarque: per non dire di Brecht. T Si usa scusarsi delle citazioni di sé medesimi, non credo dovermi scusare se rammento che nel 1956, con uno scritto su li Contemporaneo (ora in Dleci inverni, p. 221) avevo concluso l tentativi, durati un decennio, di andare al di là del ridicolo dilemma libertà-autorità ovvero autonomia degli intellettuali-primato del Partito, nel quale tutti cl avevano cullati e assopiti. Conclualone invero non storica né filosofica ma pragmatica: l'indicazione che la cosldetta autonomia della prima guerra mondiale e dell'immediato dopoguerra. Detto altrimenti: mentre in Russia il carattere diluviale della rivoluzione armata e della guerra civile crea le condizioni perché, almeno temporaneamente e pur nei conflitti di tendenze, per un certo numero di anni gli eredi dell'umanesimo progressista, i decadenti e gli innovatori delle avanguardie convivano nella comune accettazione della realtà rivoluzionaria, in Occidente la convivenza è invece tra società capitalistica, formazioni socialdemocratiche e formazioni rivoluzionarie e quindi - almeno per un periodo abbastanza lungo, che dura approssimativamente fino alla crisi economica mondiale del 1929 - si pone in modo inedito il tema del rapporto fra le organizzazioni (e le ideologie) del movimento operaio rivoluzionario e le avanguardie artistico-letterarie (e le loro ideologie). E subito cominciano gli equivoci, destinati a diventare anche tragici: perché quel rapporto può essere non formale, non istituzionale, solo nell'atto creativo, attraverso la mediazione della 'lingua dell'arte', quando si fa rapporto originario e diretto fra la classe e il poeta, senza anticamera. (E vengono qui spontanei i nomi degli Esènin, dei Babel, e degli Jòszef). Ma è altrettanto inevitabile che la funzione sovrastrutturale della letteratura, la sua 'istituzione', si incontri con quell'altro aspetto della sovrastruttura che è l'organizzazione politica del proletariato, cioè il Partito. Comincia allora un feroce dialogo di sordi. E' una ' lotta delle investiture ' che a un tempo rivela e cela un punto di teoria e di prassi di incommensurabile importanza e che, tanto in Russia quanto in Europa cl è stato per trent'anni nascosto dai termini imposti dalla lotta antifascista'· Gli scrittori e gli artisti chiedevano all'organismo politico, prima ancora che una mediazione al destinatari un ' mandato sociale ' Istituzionale, una 'situazione', uno statuto; e l'organismo politico non poteva conferirlo perché questo avrebbe significato la rinuncia a talune sue prerogative e competenze; e la confessione dell'errore di voler anticipare nel partito quel che è il fine stesso del partito. D'altra parte l'organismo politico chiedeva agli scrittori e agli artisti di essere la coscienza o il riflesso, il riflesso cosciente di un ordine di realtà che l'organismo politico non aveva gli strumenti per rilevare. Anzi, prima che una funzione di propaganda, ne chiedeva una di rivelazione e scoperta: ma il carattere formale della espressione artistica e letteraria rende ambiguo ogni contenuto; - 59
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