giovane critica - n. 4 - apr.-mag. 1964

50 - liana. Ed è una curiosa incongruenza, se si considera con quanta attenzione l'editoria italiana si è dedicala alle opere letterarie, storiche e di cronaca sulla guerra civile spagnola. Nella premessa Azaiia dice: cc Scrissi questo dialogo a Barcellona, due settimane prima della insurrezione anarchica del maggio 1937. Trascorsi i quattro giorni di stato d'assedio, conseguenti all'avvenimento, a dettare il testo definitivo, estraendolo dalla trama delle cancellature. Lo pubblico ora (prima non è stato possibile) senza aggiungervi una sillaba. Se l'ulteriore corso della storia approverà o smentirà le convinzioni espresse nel dialogo, poco importa. Non è il frutto di un impeto fatidico. Non era un vaticinio. E' una dimostrazione. Esposi raggruppate, in forma polemica, alcune opinioni molto dibattute durante la guerra spagnola, e altre che è difficile sentire nel fragore della battaglia, ma reali e con profonde radici. Sarebbe inutile tentare di identificare gli interlocutori, se si presume di poter riconoscere, sotto le loro maschere, volti a tutti noti. I personaggi sono inventati. Le opinioni e, come si suol dire, ' lo stato d'animo ' sono rigorosamente autentici, e tuttora verificabili, se ne valesse la pena. Tutti concorrono a mostrare una fase del dramma spagnolo, molto più duraturo e profondo dell'atroce vicenda della guerra. Nel tempo a venire, mutati i nomi delle cose, scaduti molti concetti, gli spagnoli non capiranno bene perché i loro padri si siano battuti fra di loro per più di due anni; ma il dramma continuerà, se il carattere degli spagnoli avrà conservato la sua tragica capacità di violenza, di passione. Averlo colto così, una volta di più, nella pienezza della furia fratricida, ba portato l'animo di alcune persone a toccare disperatamente il fondo del nulla. D'altra parte è poco probabile che dopo questo viaggio, breve nel tempo, abbastanza lungo per le sue tempestose vicissitudini, la ragione e il senno dei più possano aver maturato. Più significato ha, dunque, il fatto che alcuni abbiano mantenuto, in quelle febbrili giornate, la loro indipendenza di spirito. Dal punto di vista umauo, è una consolazione. Dal punto di vista spagnolo, una speranza ». • • • Quella che Garosci chiama la cornice del dialogo è questa: un viaggio in macchina da Barcellona a Valencia di un medico, due ufficiali, un ex deputato, un'attrice; e poi la sosta notturna in un albergo di Benicarlo dove già si trovano un ex mm1stro, un avvocato, uno scrittore, un dirigente socialista, un propagandista. Tra questi personaggi nasce il dialogo sui temi politici, storici, morali, esi-

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