giovane critica - n. 4 - apr.-mag. 1964

potenza umana che effettualmente era il fascismo, Vitaliano Brancali ha dato ciel resto esemplare rappresentazione). Indirettamente viene a confutare la diffamazione raccolta dal Thomas, oltre a darci un ritratto impareggiabile dell'uomo che era Azaria, l'ambasciatore americano Claude G. Bowers nell'importante libro ( cui raramente il Thomas attinge) Missione in Spagna: « Nel suo aspetto nulla giustificava la malignità delle vignette che attribuivano al suo volto una grossolanità inesistente. Le labbra sensuali esistevano soltanto nella fantasia dei disegnatori, giacché, per quanto piene, erano ferme, e la sua bocca aveva un 'impronta di energia e di carattere. La sua carnagione, che i detrattori paragonavano addirittura all'argilla, non era certamente florida e alla luce artificiale, nell'aula delle Cortes, pareva anormalmente pallida. Era calvo alla sommità del capo, ma aveva ancora abbondanti capelli grigio ferro. La sua voce era gradevole, cordiale, sincera, virile. A tratti, quando parlava, il suo viso si illuminava stranamente, dando un'impressione di genialità. Aveva occhi acuti, espressivi, mutevoli secondo l'umore; maniere calme, che dimostravano, per afiaccendato che fosse, come nulla gli sfuggisse ( ...) Freddo, un po' distaccato, troppo orgoglioso per abbassarsi ai meschini tru~chi del demagogo, non era una personalità adatta a guidare le folle. Il suo metodo di ragionamento era analogo a quello dei razionalisti francesi: quantunque fosse spagnolo in tutto, era incapace delle esaltazioni emotive degli spagnoli ( ...) Per violenta che fosse la tempesta intorno a lui, egli restava, all'apparenza, sereno ( ...) ». A completare questo ritratto ( o meglio: a riassumerlo), ecco un giudizio di de Madariaga: « un intellettuale orgoglioso, con qualcosa dell'eremita e una sensibilità delicatissima per i fasti della morale e dell'arte ». * * * Questa « sensibilità delicatissima per i fasti della morale » ( lasciando da canto quella per i fasti dell'arte, che ci porterebbe a far discorso sull'opera letteraria, che peraltro conosciamo imperfettamente, di Azaiia) la troviamo nei discorsi che pronunciò nel corso della sua attività politica e nel tragico periodo della presidenza, durante la guerra civile; nelle Memorie; ne La velada en Benicarlo, dialogo sobre la guerra de Espana (La veglia a Benicarlo, dialogo sulla guerra di Spagna) sopratutto. Pubblicato a Buenos Aires nell'agosto del 1939, sei mesi dopo la definitiva vittoria di Franco, questo dialogo non è stato ancora pubblicato in edizione ita- - 49

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