giovane critica - n. 4 - apr.-mag. 1964

zibaldone Germinale 1961 Il termine cinéma-vérité, come altri in voga presso il giornalismo cinematografico, è, come si sa, piuttosto plurivalente; cela Istanze e insoddisfazioni di natura diversa; diventa discutibile quando pretende di elevarsi al rango di unica 'poetica' valida per i registi del nostri giorni. Un esempio clamoroso e nobilissimo di cinema Improntato a quei canoni è Octoòre à Paris che abbiamo potuto vedere, ultimamente, In una proiezione semiclandestina. E' costituito per la massima parte da materiale ricostruito: testimonianze di torturati, brevi ricognizioni in loco ecc.; Il 'punto di visia ' dell'autore - degli autori? - trapana dalle immagini, uomini e cose, fotografate sempre senza impicci retorici e senza artifizi spettacolari; nonché da talune escogitazioni di linguaggio e dall'uso creativo del mezzo cinematografico; intervento che risulta determinante sul plano estetico. Prendiamo una sequenza chiave: quella della manifestazione dell'ottobre '61, che costituisce un po' Il nerbo drammatico del film. E' ottenuta, specie all'inizio, mediante la riproduzione d'una serie di foto fisse filmate - galvanizzate dal commento sonoro e a cui si alternano immagini animate - che si succedono sullo schermo: torrenti di folla, i fltcs schierati con tracotanza, le prime avvisaglie del tumulto; a un tratto due o tre di queste foto, repentine, riproducono mani di dimostranti che applaudono. Per meglio dire si tratta di ' dettagli ' dt foto, debitamente ingranditi, su cui l'aut~re ha centrato il suo mirino. Lo spettatore, probabilmente, non ne comprende il valore testuale che è, invece, decisivo. Quelle palme nude sbattute le une contro le altre stanno a sottolineare come i dimostranti siano disarmati, assolutamente inermi; a questo scopo, durante la manifestazione ( e quella che si vuol fare è una manifestazione ... non una rivoluzione > dice il delegato F.L.N. nella riunione che precede), i dimostranti applaudivano e rizzavano le braccia in alto; e le successive foto utilizzate li ritraggono ripetutamente mentre mentre alzano vistosamente le braccia verso l'alto (cui fa seguito un coriandolìo di foto e di immagini sconvolgenti: uomini braccati dai Jlics, volti stracciati, corpi schiantati sul selciato). TI 'dettaglio' da noi citato conferisce una eccezionale carica drammatica al contesto: uomini inermi contro quei manganellatori cinici, specialisti dell'assassinio legale. Nel ' caos' della dimostrazione gli autori hanno scalpellato un elemento portandolo in primo piano e illuminando cosi il resto; la 'verità' poetica, cui è annesso il massimo di potenza persuasiva e di provocazione razionale, sta sempre nella disciplina della materia «grezza> (come rispondere alla violenza istituzionalizzata? Si pensa, a questo punto, a Frantz Fanon, il cui libro, avverte Sartre, è scritto anche per noi europei: e Le nostre vittime ci conoscono dalle loro ferite e dai loro ferri: questo rende la loro testimonianza irrefutabile. Basta che ci mostrino quel che abbiamo fatto di loro, perché conosciamo quel che abblam fatto di noi >). Ancora una volta, stando al brano da noi citato, il divario tra e documento > e e opera d'arte > ap- -3

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