giovane critica - n. 4 - apr.-mag. 1964

s VALENTINO e PAOLO TAVIANI e VA• LENTINO ORSINI, Cinema di Idee, cinema dl linguaggio 1n FUmcrltica n. 134 ; cfr. anche, degli stessi autori; Impegno cltnle e dlrlttl della fantCJSia 1n Cinema NU-OVO n. 165. tonalità stilistica differente e materiato da suggestioni culturali diverse: ci dicono gli stessi autori in un brano 5 cui attingeremo a iosa e che testimonia eloquentemente del grado di autodisciplina intellettuale dei propri orientamenti creativi di cui essi sono capaci. Cosi nel primo, il più estroso, dove vengono mescolati i due diversi piani della realtà e delle fantasticazioni della protagonista - una cattolica osservante-: in cui la orchestrazione linguistica diventa diagnosi del reale: cioè dei rapporti tra gli uomini, del loro grado di maturità o di immaturità, delle prepotenze occulte cui sono soggetti. O nell'episodio boccaccesco, di un boccaccesco ribaltato e accentuato dalle cadenze figurative desunte dalla architettura medievale della città toscana in cui si svolge, ove la barbara punizione dell'adultera funge da chiamata di correo della sintassi morale di una società. Mentre nel penultimo episodio affiora il tema dell'incomunicabilità, ma si tratta di una incomunicabilità, glossano i Taviani e Orsini, < non di carattere metafisico o ancestrale, comunque ineluttabile; bensl radicata a una situazione precisa, a una condizione che logora le loro qualità >; o l'ultimo episodio il cui protagonista è, in maniera toccante a suo modo, un 'fuori tempo', un Don Chisciotte appunto che galoppa a tutto spiano contro gli stracchi mulini a vento della nostra epoca, con una sua coloritura tragica: irresistibili le scene della sua malattia, listate di un umorismo finissimo (Tognazzi, in delirio, dice che giustamente lo Stato non deve intrigarsi delle faccende della Chiesa come questa non si occupa delle sue: mentre egli pronunzia queste parole la camera abbandona il suo volto e plana lungo il suo corpo sino a terra dove giace un giornale su cui sono annunciate, a caratteri cubitali, le elezioni politiche: stacco brusco e, ripresa dall'alto, compare sullo schermo una pattuglia di e sepolte vive> che, con ardimentoso piglio da crociata, esce dal convento per recarsi...). Come spiegare, ciò premesso, le sensazioni dello spettatore, anche avveduto, che conquista la materia solo per successive mediazioni intellettuali, un po' sconcertato, non insoddisfatto ma titubante? Ciò che mi pare costituisca il limite del film, Il quale dà talora, particolarmente nell'episodio della donna rosolata sul tetto e in quello dedicato ai bambini, l'impressione di essere scalpellato a freddo, per acuminati interventi cerebrali; le situazioni di partenza, nel due casi suddetti assai elementari e gracili, vengono svezzate a fatica, mediante una sorta d1 religione della sperimentazione linguistica, che, abbiamo detto, se è pienamente funzionale agli Intenti narrativi e all'articolazione critica del giudizio, talora cela, come un alibi, l'Impigrirsi della ricerca di fondo, dell'orizzonte entro cui spazia la fantasia del - 45

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