giovane critica - n. 4 - apr.-mag. 1964

2 Questo squilibrio di fondo viene aggravato da altre stonature: il perso• naggio di Agnese, assolutamente incolore, anche per colpa dell'interprete che si conferma, dopo La ragazza di Lodi, attrice dalle risorse limitatissime; chiaramente fuori fase infine quelle scene di tinta vagamente espressionista, af. fatto estranea alla tavolozza cromatica di cul dispone Germi. 42 - legato alla morte» -, Lieta Harrison; almeno sino al momento in cui le trasformazioni sociali indotte dalle modificazioni ambientali e strutturali (splendido in tal senso il racconto Avevano trovato il petrolio) non lo svelle d'un colpo alle radici, creando nuove consuetudini morali, meno disumane e arcaiche. Con Sedotta e abbandonata mi pare che Germi, rispetto al film precedente, abbia voluto allungare il tiro; mirare a ricomporre il quadro oggettivo di una società e dei rapporti che v1 vigono; fare l'incetta delle responsabilità che consentono le atroci prepotenze di cui è vittima, nel film, Agnese Ascalone ( « Un'assassina in tribunale può farsi difendere. Una ragazza-madre, nella vita, chi la difende?», risponde uno studente in legge interpellato dalla Harrison). Mi interessava, confessa Germi, dietro le sembianze del comico e del grottesco mostrare quanta profonda tragicità si celi nella realtà siciliana; intento particolarmente visibile nel taglio del personaggio principale, Ascalone padre, che rivela un Saro Urzi di eccezionale statura, interprete capace di farne risuonare tutte le corde. Non contestiamo a Germi, come pure ci verrebbe d'istinto, che altri sono i problemi che oggi tormentano la Sicilia, altre le storture di cui è irto il suo cammino; che l'anatomia dell'ossessione erotica, la cui permanenza pure costituire una piaga vistosa del tessuto morale siciliano, non è la chiave privilegiata per desumere la topografia di essa realtà. Memori dell'avvertimento di Brancati gli riconosciamo, viceversa, forza e passione di denuncia, gusto nella deformazione paradossale o nella caricatura salace. La diffidenza, la insoddisfazione, sta altrove; nel manico, come si dice; nel vedere, ancora una volta e malgrado le intenzioni, un campionario di figure e di atteggiamenti tutto di maniera, filtrato attraverso i paradigmi e gli imprestiti di un giornalismo agile e divertente ma le cui acquisizioni sono scontate e ingiallite da tempo; nell'udire gracchiare una tastiera i cui accordi sono ormai logori e risaputi. Come se la materia di cui è sostanziato Sedotta e abbandonata avesse avuto bisogno di essere ulteriormente setacciata e scarnificata, depurata di tutta una sfilza di banalità - la discussione sulle e cartucce maschili>, il gruppo di giovani da caffè frastornati dall'arrivo delle sgualdrine -, sino a ridursi alla dimensione, Indubbiamente a lei più congeniale, di una ' novella''. Rimangono, all'attivo di Germi, del frammenti saporitissimi (Il rapimento della ragazza con quell'azzeccatissimo quiproquo di persona; papà Ascalone che arriva furente In casa di Peppino, Il seduttore, che sta dando l'assalto a una montagna di spaghetti ecc.) per riconoscere e apprezzare

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