giovane critica - n. 4 - apr.-mag. 1964

• Lo schema di una « triplice metamorfosi •• che dividerebbe in periodi la produzione di Bergman, viene suggerita, con gran confusione di argomenti, da BÉ· RANGER(in Cahiera du cinéma, n. 74). Nello primo fese predominerebbe il tema dell'amore di una coppia di adolescenti in lotta col mondo sociale che non sa comprendere; segue la fase dei film dedicati olle vicende coniugali di uno o più coppie di sposi, ed infine la fose dei film « strani e allegorici >>, « meditazioni in immagini n. Questa bislacca tripartizione che accozza materiali disparati viene accettata anche da J. S1cL1ER(in un opuscolo del Club du livre de cinéma, Bruxelles). Una tripartizione più pratica, che comunque parte dall'esame concreto dei film., si trova in un articolo di V. SrtNAZZOLA (lngmar Bergman e il pubblico italiano, Cinestudi-0 n. 8): un primo periodo giunge sino al 1955 e comprende uno serie di opere dedicate prevalentemente ai problemi della coppia; segue il gruppo dei film metafisici in cui il regista affronta di petto i g·randi dilemmi a cui aveva la mente; con Alle soglie della vita comincia l'involuzione del regista, il quale assume ora le vesti del vate, affidando alla sua opera un valore educativo. Anche Bergman, nei termini della sua polemica contro la scienza, s·allinea con gli « intellettuali di vecchio stampo ». La compattezza ininterrotta, pur dietro le variazioni ambigue, di questa te• malica di Bergman, priva di cesure o di metamorfosi •, risulta dalla prova delle opere [ ... ]. Pio Baldelli Legittimità del dubbio e articolazione di un dibattito Per far salire di quota il nostro « dibattito sui problemi della cri.tica » riteniamo opportuno passare la parola a studi centrati su autori particolarmente significativi e continuamente in ballo nella discussione metodologica. Cominciamo col pubblicare questo saggi-O di Pio Baldelli - che fa parte di un più ampio lavoro monografico su I. Bergman - le cui postulauoni fondamental,. mente condividiamo. Sui prossimi numeri appariranno lavori su Antonioni, sui registi della nou• velle vague, ecc. Di questo ha bisogno la critica cinematografica per uscire dalle secche dei per• sonalismi, delle mischie verbali - con scariche di ' autorità ' in nota a suggello del propri.o punto di vista -, delle sti.z:.e e controstiue; per riscattare le « licen:.e dilettant"i.stiche » nel suo seno più frequenti che in altre discipline. In. tal senso intendiamo il «lavorare» cui implicitamente - ma con garbo - ci invitava un nostro recente interlocutore (Guido Aristarco, Il Kaiser non ha di che ,,estirsi, in .Mondo Nuovo n. 18, 1964). Col quale concordiamo quando ci diffida a praticare «l'eclettismo»; lo ':umbineggiare' dei magnati del senno di poi, di qu.anti tart.agliano 'distinguo' a posteriori, rifiutando di assumersi le responsabilità necessariamente inerenti a una battaglia culturale condoua in prima linea; di quanti, come diceva Lenin, pretendono di infilare le mutande alla storia. E già Flaubert sprez:.ava « quella superiorità di critica che è propria di chi, in qualunque impresa. si tiene indietro »: non per questo, avvertiva lo stesso De Sanctis, è indispensabile, in una dì.$cu.ssione J>Olemica, mettersi all'estremo opposto del proprio antagonista. Ci sembra difatti che i « ma » ~i.ano oggi incorporati oggettivamente nella situa.:ione culturale - e non soltanto culturale -, che vi appartengano organicamente. Il più grande dialeteico del nostro tempo, Bertolt Brecht. ammoniva, e proprio in rrn suo lavoro di<lattico. che u in una cosa ci sono molte cose» (che, cioè, in ogni affermazione e in ogni fatto ci sono numerosi « ma »); ed era lui a fare « l'elogio del dubbio », in una di:ione tutt'altro che narcoti:.zante ( << Non aspettarti / nessuna ri..sposta / oltre la tua »). E quanto alla necessità di situare l'opera di Lul«ics nel conte.ro ,torico-politico da cui fu in/luen::ata all'origine, rinviamo al saggio di Fortini, su questo .stesso numero. Ci sorprende pertanto la sicure::a un po' olimpica con la quale Lino Aliccichè (Autonomia dell'arte e metodo critico, in Film Selezione ,,. 19-20, 1963) dopo aver decla,sato Lukac• ad auertore di una u sociologia dell'arte, che è certo cosa importante, ma diversa clalla critica d'arte», - 39

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