• Nel 1961 veniva pubblicato dalla S\'I~tEZ (Associazione per lo sviluppo del Mezzogiorno) uoo studio su Mutamenti della struttura professionale e ruolo della scuola. Con tale inchiesta si denunciava chiaramente la sfasatura fra istruzione scolastica e qualificazione professionale. chiedendo quindi una organizzazione scolastica non solo efficiente, ma strettamente collegata alle esigenze delfindustria. i chiede insomma di fornire gli studenti del grado di preparazione su{[iciente per inserirsi. direttamente e meccanicamente, ai di,•ersi livelli di produzione dell"industria. L"inchiesta parte da una previsione di sviluppo su1!icientemente approssimata, per giungere quindi ad una diversa strullura• zione dell"economia italiana da qui a quin• dici anni. Essa dice infatti: ccL'ipotesi fatta di un aumento del reddito nazionale del 4,5% all'anno che non è lontana dalle stime contenute nello schema Vanoni comporta, entro il 1975, il raddoppio del reddito altuale. Si perverrebbe cioè ad un aumento del reddito nazionale e ad una sua distribuz.ione nei tre grandi settori maggiormente tipica di un paese svilup• palo e industrializzato ». Da' queste considerazioni deriva, da parte dell'industria, una precisa richiesta nei confronti della scuola: la preparazione dei tecnici e dei quadri dirigenti. Si dice infatti: <e E' opportuno mcllcre in guardia come sia er-rato il ritenere che l'automoz.ione possa essere realizzata con un ristret• lo numero di tecnici specializzatissimi di alto valore, e che clementi incolti e poco addestrati cui si richiedono movimenti semplici ed elementari, possano essere am• piamente utiliuati al servizio di impianti meccanizzati ( ...) In una società in cui l'elemento industriale è destinato a giocare 58 - Si rese allora necessaria, come grn 10 altre parti d'Italia, l'elaborazione di una vera e propria strategia del padronato nei confronti dei tecnici e della nascente classe operaia 3 • Per quanto riguarda i primi il problema si poneva nazionalmente e come tale fu risolto dopo una prima, e provvisoria, 'importazione' dal Nord di un nucleo di specialisti in grado di assolvere alle prime necessità: la soluzione adottata fu una azione pesante e capillare nei confronti dell'Università alla quale venne richiesto, senza mezzi termini, di fornire il numero necessario di tecnici nel più breve tempo possibile e con il massimo di garanzie sulla 'capacità' e sul 'grado di coscienza' '. A queste richieste l'Università catanese ( come le altre del resto) rispose plaudendo 5 : era finalmente possibile contrapporre alle richieste immediate degli studenti dei dati di fatto: la possibilità di un impiego immediato e ben retribuito in loco; almeno per quanto riguardava i 'dirigenti', gli 'intellettuali', il problema dell'emigrazione non si presentava nei termini scottanti di qualche anno prima. Restava aperto il problema di una politica organica nei confronti della classe operaia. Alcuni punti fermi devono essere a questo punto considerati: l'impossibilità dell'inurbamento di questa classe 6, e l'impossibilità del mantenimento dei vecchi miti dovuta alla rapida presa di coscienza delle nuove masse, determinata dal contatto vivo con la situazione di operaio 7 ; la necessità quindi di agire sul 'terreno della fabbrica' e sui temi 'moderni'. La conseguenza più immediata, e che più ci interessa in questa sede, è la organizzazione, sistematica e capillare, del tempo libero che, facilitata dalla raccolta in veri e propri villaggi operai delle masse lavoratrici 8, si è strutturata in diverse manifestazioni: dal puramente ricreativo allo pseudo-culturale, dal dopolavoro al circolo del cinema, dalla biblioteca alla conferenza. Se è vero che le forze politiche e culturali non possono prescindere da questi dati e devono impegnarsi in iniziative che ne tengono debito conto, significativo è, a nostro avviso, il caso dei giovani cattolici. Essi, avvertita la sterilità di iniziative a carattere 'parrocchiale', tentano esperienze associative di tipo nuovo 9 • Ma a questo punto una serie di difficoltà si presenta loro dinanzi, prima fra tutte l'impossibilità ( intesa nel senso di incapacità) ad abbandonare la mistificazione dell'unità dei cattolici in quanto tali; e poi ancora, la mancata acquisizione da parte della base dei nuovi discorsi portati avanti da taluni dirigenti e, cosa ben più importante, la tendenza a lasciarsi aperta la via della ritirata introducendo nelle loro teorizzazioni, anche in quelle più avanzate e più interessanti, una tale moltitudine di 'distinguo', che finiscono con lo svuotare di contenuto ogni enunciazione.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==