giovane critica - n. 3 - feb.-mar. 1964

Direttivi che vedeva l'incontro cli elementi molto giovani, fra i quali studenti secondari e universitari, con persone in grado di orientare la pubblica opinione, cioè cli insegnanti, il cui contributo alla nostra vita è stato determinante, i quali, consci dell'importanza e della funzione cli una simile iniziativa hanno contribuito a superare i confini, angusti e schematici dei programmi retoricoinformativi della scuola, verso attività extrascolastiche in grado di ottemperare e cli completare in senso formativo, alle esigenze di un inserimento consapevole dei giovani nelle branche cli una cultura attiva, e attraverso cli essa nei più vivi problemi della società d'oggi. E non a caso l'incremento sempre crescente delle adesioni si è verificato proprio nell'ambiente studentesco, in ogni suo ordine e grado, con giovani assai spesso attratti da interessi superficiali quanto provvisori, da curiosità come da velleitarismo, ma ai quali va ascritto il merito di aver superato a volte anche in termini polemici e vivaci gli allettamenti cli quella pseudo-cultura snobbistica e salottiera che qui, come del resto assai frequente• mente in provincia si era sufficientemente sviluppata, uscendo cosl dal torpore dilagante per avviare una ripresa delle più autentiche tradizioni democratiche cittadine e cli aver colmato, nella misura di una folta partecipazione, i lacunosi precedenti di iniziative culturali, spesso nate, sempre in modo spontaneo e non incidente. Fonte di vantaggi, questa sempre crescente presenza studentesca, nell'àmbito di una precisa caratterizzazione, cli una vera fisionomia del nostro circolo, è stata altresl un limite più volte sperimentato nel corso della nostra esperienza, verso quel tipo di attività complementari alla proiezione dove l'assoluta mancanza cli abitudine alla cclettura critica » nel senso più ampio del termine, al ripensamento attento, come pure la inesistente attitudine al dibattito appassionato e aperto, al confronto di idee sui film o sui cicli presentati, che hanno segnato l'insuccesso più volte sperimentato -nei dibattiti interni riservati ai soci. Quando cioè il discorso, invece di incentrarsi e cli approfondire i temi di maggiore e talora contingente richiamo come le relazioni pubbliche su certe opere di prima visione di enorme popolarità, nelle quali l'affluenza è stata sempre crescente, era imperniato su problemi o aspetti meno noti, sia pure cli maggior interesse critico, nei quali veramente la funzione di stimolo e cli verifica, di esplicazione come di avvio culturale doveva raggiungere, almeno secondo le più ovvie previsioni, la sua più valida asserzione. Quali le cause? Più volte esaminate, di difficile individuazione, e talora insuperabili, sono da ricercare, a mio avviso, oltre alla succitata mancanza di idonee strutture, nella diffusa, sapientemente radicata diffidenza, imposta in modo sottile e persistente, verso un tipo di dialogo estremamente attivo, avanzato in un piano critico e culturale, in grado di 4fornire gli strumenti per uscire da uno stato di « ufficiale » conformismo e da un oscurantismo pressoché generale di derivazio. ne cattolica, per immettere in un àmbito attivo e aggressivo di inserimento cosciente nella cultura, e attraverso uno dei suoi aspetti di maggiore presa e comunicazione, quale è il cinema, nell'àmbito della realtà sociale e politica che ci circonda. Non ultima poi tra le cause esaminate è il limite della scuola, grave e diffuso, che nell'impostazione nozionistica e informativa, diseducatrice, anche negli studi di orientamento umanistico, nella schematicità eruditiva dei suoi programmi d'insegnamento, rivela profonde lacune sul terreno della formazione ci vile e culturale della nostra generazione, venendo a costituire, salvo le encomiabili eccezioni, sempre limitate al solo piano personale, un vero ostacolo ad una cultura che non voglia limitarsi allo sterile, accademico nozionismo per essere veramente espressione e coscienza attiva del proprio tempo. Questo il quadro generale, sommariamente delineato, questa la ccgeografia » reale e sociologica del nostro Circolo, dalla quale non è possibile prescindere per avviare un discorso, in costante sviluppo, sulle linee ideologiche e metodologiche che stanno alla base dell'attività stessa. Di fronte alla necessità di porre il pubblico di fronte a film ccleggendari » e di stimolarlo ad uno sforzo intellettuale di comprensione e di verifica, anche sommaria e talora superficiale, è stata cura dei primi Direttivi, il fornire una conoscenza in termini antologici di opere di sicuro valore artistico e culturale: da L'incrociatore Potemkin a La terra trema a Paisà per fare qualche esempio. Film in breve la cui risonanza e il cui interesse avesse modo di provocare reazioni appassionate e dissensi anche aspri, che in questo tentativo di trasformare la ccleggenda» in storia, int~oducessero altresl questo primo limitato pubblico con i termini più vivi della problematica della cultura cinematografica di quegli anni. E i dibattiti e i dissensi cominciarono a delinearsi, in modo talora assai vivace soprattutto all'interno dei direttivi stessi, ove nella continua verifica di opere e di autori, la cui conoscenza era stata fino ad allora precaria o anche inesistente, forniva lo spunto per uno scontro di metodologie e di schemi critici, in seguito poi meglio differenziatosi e definitosi nella permanente contrapposizione dialettica di posizioni e di orientamenti, che tutt'oggi sta alla base delle scelte e dell'impostazione stessa. Superato in seguito, nei termini di una graduale assimilazione, questo primo contatto con opere pressoché sconosciute, e dirozzato cosi sommariamente il gusto del pubblico, costretto ad una prima adesione intellettuale e critica, pur basata sulle !mpres-

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