1 Proprio sulla spinta di queste istanze nasceva il Cuc Catania, cercando di farsi centro propulsore di diffusione appunto di quella 'buona cultura' cui si accennava. Il compito che si trovavano ad affrontare circoli come il nostro era proprio quello di colmare il vuoto culturale che venti anni di fascismo e un chiaro disegno politico dei protagonisti della 'ricostruzione' avevano determinato. 2 Per questa e per le altre notazioni di carattere sociologico di questo paragrafo si tenga presente la necessaria approsimazione di talune affermazioni dovuta alla natura e alla destinazione di questo intervento. Per una maggiore ricchezza e precisione di dati si vedano gli articoli di Barbadoro e Guerra in /lfondo Nuovo, annate 1961-1962; relativi ai poli di sviluppo; e, con tutti i limiti che esso presenta, lo scritto di Gabriele Morello ( L'ind ....trializzazione della provirtcia di Sirac....a ), pubblicato da /I Mulino nel 1961. 3 Ancora una volta vogliamo sottolineare che, per quanto riguarda questo discorso particolare e quelli che lo seguono, non consideriamo la situazione della Sicilia Orientale come una situazione particolare. 'provinciale' nel senso tradizionale del termine; ma come una situazione per molti veni tipica di una più generale, nazionale nelle prospettive se non nei dati immediati. zionario della nostra storia; il fatto che questi atteggiamenti esteriori, che a livello di potere reale si sono concretati nelle gestioni comunali conservatrici e clericali, si manifestano, a livello di 'offerta' culturale, nei circoli che, pur conservando in pieno la patina provinciale e 'di paese', hanno sempre tentato di fornire delle soluzioni più ·aggiornate' alle incalzanti richieste di 'moderno' e 'attuale' che da più parti provenivano. Dove per moderno e attuale intendevano ( e intendono ancor oggi) non le espressioni più vive della cultura, italiana c straniera, ma l'ultimo, in ordine di tempo, avvenimento culturale, senza preoccuparsi della sua reale natura e del suo reale valore. Però, come già dicevamo, non son più queste le barriere da superare e gli avversari di cui dobbiamo tenere maggior conto; le ricordiamo soltanto per accennare a quella che è stata per un certo periodo la preoccupazione maggiore dei circoli di cultura come il nostro, impegnati in una battaglia e contro quei residui di arcaico che ancora resistevano in una situazione che non li poteva più accettare, e contro le nuove forme che quegli organismi, ormai di fatto cadenti, tentavano di darsi 1 • Ed anche perché, a nostro modo di vedere, questo discorso non può non tener conto del fatto che una delle componenti più importanti del mutamento dell'atteggiamento del fronte borghese nei confronti dei problemi della cultura è stato il fallimento dei suoi vecchi moduli di organizzazione. Le cause di questo fallimento vanno a nostro parere ricercate nel concatenarsi di alcuni fattori apparentemente interdipendenti ma in realtà dialetticamente connessi: il mutamento della situazione del paese e la nostra presenza: intendendo il primo fattore come causa e, a un tempo, effetto del secondo. Quando parliamo di mutata situazione del Paese e, aggiungiamo qui, di mutata situazione del Meridione, riteniamo che si debbano anzitutto avere presenti i tratti essenziali che hanno caratterizzato lo sviluppo di questi ultimi anni. In primo luogo 'l'industrializzazione della Sicilia', e poi, più in generale, l'atteggiamento delle industrie nei confronti dei problemi dell'organizzazione del tempo libero. La venuta delle industrie in Sicilia fu, almeno all'inizio, dovuta alla ricerca di una manodopera a basso costo che permettesse di ridurre al minimo i rischi dell'operazione di tipo coloniale che si veniva a realizzare 2 • Quasi subito dopo però, intervennero altri fattori: la possibilità del mantenimento per un periodo di tempo abbastanza lungo del mito del 'buon padrone' moderno che viene a risolvere alcuni dei problemi più antichi del Meridione; ed ancora, la certezza di una 'tregua sindacale' determinata e dalle abnormi condizioni di lavoro preesistenti alla venuta dell'industria e dal particolare metodo di assunzione seguito che garantiva, nella sua illegalità, la quasi totale assenza di elementi 'pericolosi' all'interno delle aziende. Però ben presto questi miti e queste certezze furono scavalcate dai fatti. - 57
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