56 - Appunti per un lavoro nella ''provincia'' catanese Il coraggioso discorso culturale iniziato da Sciascia sulla Sicilia si iscrive, fecondo e ricco di spunti e assonanze, nella vicenda e nella battaglia che il Cuc Catania va sostenendo da alcuni anni; da noi come a Caltanissetta, come in ogni altra 'provincia' non è più possibile condurre la battaglia culturale sui temi della 'buona cultura' e contro i residui di vecchio e di stantìo che le singole situazioni locali possono di volta in volta presentarci: è necessario portarla avanti contro le forme e le espressioni più avanzate che l'avversario di classe ci presenta e che, poiché ci conducono ad una lotta su di un piano più avanzato, ci permettono di batterlo definitivamente, almeno nella misura in cui il nostro discorso sarà in grado di far scoppiare quelle che sono le contraddizioni di fondo del sistema e non soltanto quelle intermedie ( e, anche queste, solo di rado). Da ciò la necessità di individuare queste contraddizioni nella nostra situazione, esaminando quale essa è e come si è evoluta, quali sono le forze che in essa hanno agito e agiscono, la natura di queste forze e il loro peso politico. Cioè lo sviluppo economico della Sicilia orientale, le sue interferenze nell'Università e il suo inserirsi nella situazione reale della zona come si era storicamente determinata; i poli di sviluppo e i mutamenti da essi determinati sul piano economico politico e culturale; come e perché le nostre scelte nei confronti di queste forze siano state sin dall'inizio scelte di 'rottura'; individuando nell'ufficialità tradizionale P nella moderna industria neocapitalistica, nelle forze e nella politica della sinistra e nei gruppi giovanili a noi vicini i paragrafi del nostro discorso. Quando parliamo di ufficialità tradizionale non possiamo fare a meno di ricordare quei clichés diffusi dalla narrativa e dal cinema che del Meridione e della Sicilia in particolare parlano ( si veda, una per tutte, la sensuale, 'atavica', apatia, alibi per ogni rinunzia, che accomuna i personaggi brancatiani a, poniamo, Don Fefè di Divorzio all'italiana). Però, a nostro modo di vedere, sarebbe oltremodo sbagliato esaurire la nostra situazione, quale essa in realtà è, con la citazione di questi clichés e di questi bozzetti; viceversa dobbiamo tener presente un certo tipo di borghesia con tutte le sue volontà o vocazioni di modernità anche nel periodo più smaccatamente rea-
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==