giovane critica - n. 3 - feb.-mar. 1964

50 - Sulla guerra d'Algeria il cinema francese rimase muto. La censura stava all'erta, è vero; si è egualmente in diritto di dire che la coscienza collettiva non fu minimamente sconvolta da questa guerra coloniale. Coloro che alzarono la voce per ricordare che la guerra combattuta dagli Algerini era giusta, e ingiusta quella combattuta da noi, rimasero una sparuta minoranza. Il manifesta detto « dei 121 » non fu che una faccenda d'intellettuali; l'incitamento alla ribellione e alla diserzione, le reti clandestine d'aiuto concreto al FLN, rimasero l'iniziativa di un pugno di militanti malvisti dai partiti politici di sinistra. La propaganda che, dopo Evian, fu fatta dalle organizzazioni della classe operaia per presentare la pace come un frutto dell'azione delle masse francesi, fu una sfrontata menzogna. In questo contesto fare un film sulla guerra algerina divenne per certuni un pio voto. Ah, se non ci fosse stata la censura! Altri, più sinceri, soffrivano realmente quel dramma come un dramma personale; Resnais, per esempio. Alcuni, come René Vauthier, partirono per l'Algeria e raggiunsero il FLN sul fronte di combattimento, cambiando di tanto in tanto il loro fucile con una 'camera' ( Vauthier racconta la sua esperienza nel n. 50 di Positif). Ma in Francia, nulla. Due cineasti tuttavia, lavorando in ambienti differenti, vollero utilizzare il cinema, loro arma, per testimoniare. Gli autori di ]'ai huit ans (Yann e Olga Le Masson) realizzarono, sulla scorta di un'idea di Vauthier, un cortometraggio desunto da disegni di bambini algerini, e attraverso i loro occhi mostrarono le atrocità, le capanne in fiamme, i paras assassini, i partigiani protettori. Questo cortometraggio di dieci minuti lanciò il cinéma parallèle: nessun visto di censura, diffusione neli'àmbito delle organizzazioni militanti mediante vendita di copie a 16 mm. - così, impossibilità per il potere di fermare la diffusione del film. (Vedere a questo proposito gli articoli pubblicati su Partisans e su Cinema Nuovo). Octobre à Paris ( il cui autore non ha ancora rivelato ufficialmente il suo nome) è un lungometraggio, filmato a Parigi e a Nanterre, che racconta la condizione degli Algerini in Francia, la grande manifestazione che essi fecero nello Ottobre '61, e la feroce repressione che seguì. Girato clandestinamente con l'accordo della federazione francese del FLN, la prima grande proiezione ebbe luogo al Cine-Club Action davanti a una platea stracolma di più di mille persone; un cospicuo schieramento di forze di polizia ebbe luogo, e il film fu sequestrato all'uscita della proiezione. E' difficile parlare obiettivamente di un tale film. Lo scopo cui mira il cinema « di combattimento » è di provocare una presa di coscienza: questo scopo fu raggiunto, nel deserto del cinema francese, dai due « film paralleli » proiettati davanti a pubblici di militanti, e accompagnati da dibattiti; in ogni modo Octobre resta una testimonianza diretta di una realtà che non ha

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