zibaldone I problemi della formazione critica del pubblico: lettera da Alessandria Diceva Carlo Lizzani nel lontano 1942,parlando della funzione conoscitiva e formativa del cinema italiano, che superata da parte del pubblico la « mitologia II del cinema, come strumento « magico ,, di espressione, ed evocatore di fantastiche vicende ed eterei eroi, « allora sentirà U bisogno di un nuovo calore che lo avvlcinl per un contatto più umano, meno mitologico, si potrebbe dire, più sociale al cinema, e incontrando chi potrà permettergli questo contatto, saprà allora distinguere tra ciò che è vita, sentimento e umanità, e ciò che da vita, da sentimento e da umanità si maschera 11. Da queste parole ora, a distanza di vent'anni, si può cogliere l'avvio per un discorso sul significato e sulle direttive di sviluppo che I problemi dell'organizzazione della cultura, e della formazione critica del pubblico banno comportato e tuttora Impongono a chi di queste istanze e di questi problemi è artefice e promotore: quello appunto di un contatto vivo, immediato, aperto con gli aspetti conoscitivi della cultura cinematografica, che a tutti I livelli, nella necessaria eterogeneità di modi, tendenze e orientamenti consoni alle varie « geografie ,,, hanno caratterizzato la vita e lo sviluppo del Circolo di cultura cinematografica. E vario, proprio in considerazione di queste esigenze, è stato Il loro cammino dal dopoguerra a oggi, passando via via attraverso una sempre maggiore qualificazione interna e una più viva penetrazione nel larghi strati del pubblico, da uno stadio che potremmo genericamente definire di apertura verso opere fino ad allora pressoché sconosciute, attraverso la essenziale fase di una loro verifica critica e ridimensionamento valutativo attento e meditato, fino ad una esigenza di puntualizzazione del problemi di cultura cinematografica ed alla « presenza ,, attiva e costante, costruttiva e di avanguardia, in questo senso. Nell'àmblto di queste prospettive e di questi orientamenti rientra anche l'attività del nostro Circolo del Cinema che nella vita ormai pressochè decennale ha visto consolidarsi la sua posizione e la sua precisa collocazione attraverso gli stadi di progressive acquisizioni, nella cui disamina è possibile cogliere emblematicamente, a mio avviso, I termini di caratterizzazione di un « tipico 11, ci si passi l'espressione, cineclub di provincia, nato vissuto e progredito in condizioni di torpore e di arretratezza culturale, ben evidenziabili ora come qualche anno fa, le cui origini risalgono sia a fattori locali e contingenti ben individualizzati nella mancanza di idonee strutture e strumenti di divulgazione culturale, di distacco, geografico e non, dal centri ed ambienti più avanzati e progrediti in questa direzione, sia per la apprezzabilissima opera di « progressiva » diseducazione che su larga scala lunghi anni di repressione censoria, mortificazione di idee innovatrici, di retorica educazione - informazione scolastica - hanno persistentemente generato, specie sul plano di una formazione civile e intellettuale. sorta dopo una precedente esperienza provvisoria quanto velleitaria durata U breve spazio di una stagione, senza indirizzi e scelte definite, la nascita di questa prima esperienza organica e motivata è da inserire In un risveglio delle attività culturali cittadine, dopo taluni provvisori tentativi del primo dopoguerra, che segnava significativamente l'incontro, fecondo di utili e costanti acquisizioni, tra la generazione di giovani del primo dopoguerra e I " nuovi II giovani, in via di formazione, ecletticamente attratti e stimolati da una molteplicità di interessi e aspirazioni, poi meglio delineatisi negli anni successivi, per I quali I Circoli di cultura e Il Circolo del cinema in modo particolare costituivano, allora come oggi, un Importante e valido strumento di formazione sul plano delJ'arrlcchlmento personale, come su quello più arduo e complesso dell'organizzazione della cultura. Caratteristica a questo proposito la composizione del primi -3
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