giovane critica - n. 3 - feb.-mar. 1964

Storicità del linguaggio cmematografìco processo creativo influendo non solo sulla struttura, ma sull'espressività (montaggio analitico) e sulla stessa recitazione•• e il regista può e ancora intervenire a correggere, modificare, capovolgere persino l'opera in tutti questi suoi aspetti, mediante il montaggio anche a film ultimato>. E' un errore impostare il discorso critico, invece che sull'individuazione delle singole opere, sulle classi di mezzi espressivi, sulla separazione o simbiosi tra cinema e letteratura, con la conseguente ricerca, prima, della essenza ontologica (o specifico) della letteratura e del cinema, e poi della trascrizione e cinematografica• dell'opera letteraria. Ma poiché ogni errore ha il suo aspetto di vero la dottrina della separazione ha il suo aspetto di vero nel porre in rilievo l'invasione caotica della letteratura, spesso scadente: il motivo, preso per se stesso, diventa legittimo, nascendo dal retto sentimento che nel cinema e nelle altre arti bisogna cercare, gustare e intendere proprio e anzitutto ciò che è veramente arte, proprio la forma estetica, e non già o solo in altra sede (diversa da quella estetica), la materia variamente interessante che nella forma viene risolta e sorpassata. Donde la polemica contro le interpretazioni filosofiche e simboliche del cinema, contro quelle passionali e oratorie, e, sopratutto, la polemica contro le trame, i racconti, i simboli servilmente elemosinati nel sottoscala della letteratura. Chi dinanzi ad un film vivo e autonomo ricorda la tessitura del testo letterario, e i motivi letterari che furono già come precedenti materiali o come ingrendienti estranei nell'intimo del regista, non è giunto ancora ad accogliere in sé il film in quanto film, ossia in quanto arte; non ne ha ricevuto ancora, o ha cessato di più riceverne, l'impressione estetica. Talvolta dietro questo dividere e congiungere letteratura e cinema, ed esigere il lavoro di pura trascrizione e cinematografica>, emerge la giusta polemica per il rispetto dell'opera letteraria, umiliata dall'inerzia e dalla volgare monotonia di larga parte della produzione cinematografica che tende a mutuare pigramente, a tradurre falsando. Ma la polemica contro lo sfruttamento marginale ed episodico della letteratura esprime anche la giusta protesta per l'impoverimento del linguaggio cinematografico, mortificato e irretito dentro gli schemi dell'opera preesistente. In questi ultimi anni la produzione cinematografica ha chiesto frequentemente aiuto agli scrittori e gll scrittori sono accorsi a frotte, calamitati anche dai lauti compensi: chi riduce romanzi, chi prepara fret- - 39

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==