giovane critica - n. 3 - feb.-mar. 1964

mo. Andreotti, curvo nell'abito nero, pare volersi celare tra le autorità che guardano in giro stupite, indecise, verosimilmente incerte su quale ordine impartire per riportare le cose al loro pre. visto corso normale (...). Sono le 14,25. L'elicottero riaccende i motori. Dopo soli 15 minuti il Presidente della Repubblica lascia Longarone ». 12 Lungi da noi l'intenzione di dissociare radicalmente « valore civile » del film e suo ccvalore artistico » quasi a voler ricorrere allo schema crociano dell'ccoratoria»: è evidente che le smagliature del tessuto artistico sono, mediatamente, le spie della debolezza del discorso cccivile» (come ha giustamente sottolineato Aon.10 FERRERo, L'impegno di Rosi fra attese mancate e incerte conferme, in Cinema Nuovo n. 165, 1963) che però mantiene un suo peso ed efficacia. u Giorgio Bocca vi dedica alcune belle pagine, riferite in particolare al crollo di Barletta (58 morti), agli artefici numerosi di quella strage: « Poi ottanta corone di fiori sulle cinquantotto bare, le confraternite salmodianti In un mattino africano, I bambini vestiti da frati, gli impiegati che Invitano I cronisti a non dimenticare Il nome del vicequestore o del capo di gabinetto, un vescovo che parla di lavoro-missione e la commozione dell'Intero paese. Folklore, burocrazia e lacrime; Il cuore in mano, la parola •giustizia• In bocca, gli abiti multicolori per le cerimonie. E la speculazione che continua, la complicità di una burocrazia corrotta che continua, Il culto del vitello d'oro clie continua n (GIORGIO BOCCA, La scoperta dell'Italia, Laterza, 1963, pp. 64-65). costellata di arredi religiosi e di reliquie del passato, artisticamente pregevoli ma che, in quel contesto, assumono quasi il sapore di muffe ben lustrate; e si vedano i rapporti del capogruppo monarchico - magnificamente reso da Alberti - colla sua « favorita>; mentre assai più fiacco e di maniera è il tentativo di connotazione del cattolico Balsamo). Che non è poco in questi tempi di ritrosie e di incertezze. Ma se si prova ad utilizzare più attentamente il bisturi critico, la materia comincia a presentare numerose crepe. Sorprende innanzitutto il ricorso a un commento musicale gonfio e fragoroso che amplifica a dismisura le modalità secche del racconto come nella sequenza dell'ufficio di Nottola (con quelle emblematiche decorazioni alle pareti - edifici che scattano verso l'alto - che sembrano sovrapporsi alla città, alle sue luci e smorzate figurazioni); urta poi l'uniformità del racconto che procede per grosse schematizzazioni e contrapposizioni, privo di articolazioni e di vibrazioni, artisticamente monotono malgrado il calore delle enunciazioni; che ti lascia la sensazione di un film calibrato a freddo, a tavolino - dove l'apporto di Forcella non deve essere stato irrilevante - secondo le necessità di un formularlo generoso ma povero di varianti e di sfumature (per cui se di eloquenza si deve parlare a proposito del film di Rosi la si deve intendere nel senso pamphlettistico del termine e non nel senso della commossa persuasività che sempre accompagna le grandi opere d'arte); esemplare al riguardo la figura del comunista che per quanto non priva di una sua pastosa evidenza sembra filiata da certi manuali ormai consunti dal tempo. Come già avvenne per Le quattro giornate di Napoli, anche alla e prima, de I compagni assistevano le autorità, o meglio le autorità In gestazione, i socialisti futuri ministri e sottosegretari del governo Moro. I resoconti giornalistici ci informano che la proiezione venne scandita da ripetuti e sonanti applausi; evidentemente i convenuti non si erano lasciati fuorviare dalle affermazioni pubblicitarie le quali rassicuravano che, malgrado il titolo cosi truce, il film faceva ridere copiosamente. A detta dello stesso Monicelli 14 prima, fra le intenzioni che presiedevano alla imbastitura del racconto, era quella di evitare la tentazione del film in costume - latente nel proiettare indietro di sessant'anni la vicenda del film -, la brizzolatura delle Immagini e delle situazioni, l'affidar loro la suggestione delle cose passate; ragione per cui i costumi e l'ambientazione sono abbastanza fedeli ma non sino al fanatismo archeologico; si bada a non stornare l'attenzione dello spettatore dal e contatto con la sostanza della vicenda , ; niente stracci superflui, ci si deve rendere conto - 33

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