giovane critica - n. 3 - feb.-mar. 1964

' Cfr. MINOARGENTIERI, E' davvero in crisi l'industria del film? e La diserzione del pubblico dalle sale cinematografiche, in Rinascita nn. 5 e 6, 1964. 2 CALLISTCOoSULICH(a cura di), Fiorestano Vancini: Il Risorgimento senza eroi, in ABC n. 2, 1964. 3 E' recente la notizia, scrive Leonardo Sciascia, cli cui « qualche giornale si è allietato, che la ducea di Bronte ha ceduto finalmente allo scorporo. E non che la notizia, il fatto, non sia tale da suscitare civile soddisfazione: ma si esl),urisce, direi, sul piano dei principi finalmente attuati, dell'idea final. mente trionfante, di una greve e sanguinosa realtà finalmente vinta. In pratica, per i contadini cli Bronte, oggi CO· me oggi, la fine della ducea è quasi del tutto senza e!fetto. E bisogna vedere quelle terre per rendersene conto: terre grame aride deserte. Senza dire che al duce è rimasto qualche migliaio cli ettari: e certamente saranno quelli di miglior rendita)) (LEoNARDO SCIASCIA, La fine della ducea di Bronte, in Mondo Nuovo n. 25, 1963). 26 - delle iniziative; il mercato è anemico con una rinnovata prevalenza del prodotto americano e una continua emorragia di pubblico, solo parzialmente bilanciata dall'aumento dei prezzi dei biglietti '; gli autori, gli stessi giovani, cedono facilmente le armi. Visconti ammette di volersi prendere una vacanza nel girare un episodio de La Bibbia di De Laurentiis, adesso fortunatamente differita e affidata alla regia unica di John Huston; si pensi a un regista cosi promettente e singolare come Petri, adesso ridotto a fare la « spalla» di Sordi nella infelice riduzione cinematografica del romanzo di Mastronardi. Esemplare il caso, recentemente portato a conoscenza della stampa 2 , del progetto lungamente meditato da Florestano Vancini, in collaborazione con Fabio Carpi e Leonardo Sciascia, di un film centrato sui sanguinosi fatti di Bronte che ebbero come protagonisti, nel 1860, da un lato Nino Bixio e i garibaldini e dall'altro gli insorti locali. Era nelle intenzioni di Vancini approntare un film che fungesse da e Antigattopardo » e a tale scopo si era riccamente documentato: Verga, Abba, settecento schede desunte dagli archivi di Catania e di Bronte da un suo amico improvvisatosi storiografo. L'episodio di Bronte fu in effetti il luogo nodale che rivelò le insufficienze dell'operazione risorgimentale e l'equivoco di classe - che aveva però profonde giustificazioni storiche - che la sottese e che va naturalmente assai al di là del comportamento dell'impetuoso Bixio (il quale, comunque, ci riferisce l'Abba, assistette alla esecuzione « cogli occhi pieni di lagrime >; umana costernazione di cui non si renderanno colpevoli i futuri sparacchiatori del popolo italiano) di cui fecero le spese le figure più rappresentative della insurrezione, e su tutte l'avvocato Nicola Lombardo'· Allo stesso produttore il soggetto non spiacque, cercò soltanto di ammantarlo con la presenza di divi di vaglia: Kirk Douglas « o qualche altro attore di quella taglia>. Risultato ... le spese di preventivo salgono a verticale, il noleggio diviene esitante, il film viene accantonato. Differito? e No, accantonato definitivamente - risponde sconsolatamente Vancini -. Perciò penso che del progetto non rimarranno che la sceneggiatura e la bella prefazione che Leonardo Sciascia ha scritto per la nuova edizione di Nino Bixio a Bronte di Benedetto Radice, scritta proprio per l'interesse suscitato in lui dalla storia di Bronte, lavorando alla sceneggiatura. E' poco, ma è già qualcosa,. Tutto ciò che di veramente importante e drammatico c'è nei nostri burrascosi tempi - e burrascosi malgrado e sotto le levigatezze esteriori e i «concordati> frequenti - sembra sfuggire di mano ai' nostri registi oppure viene sfrangiato, impastoiato nell'angusta misura di « un naturali-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==