giovane critica - n. 3 - feb.-mar. 1964

11 BERTOLT BRECHT. D~cor,o agli al• lori-operai danesi sull'arte della osserva• :ione, in Scritti teatrali. Einaudi 1962. pag. 202. alternative della storia, si traduca continuamente in coscienza e volontà di tra• sformazione, perché << Dovunque ormai, dalle città a cento piani / oltre i mari solcati da navi affollate ai villaggi più lontani, è stato annunciato / che il destino dell'uomo è l'uomo! » 11 • E' la lezione che si ricava, per altro verso, dalla splendida mostra di Guttuso a Parma: penso, in particolare, alla genesi aspra e tormentosa di una rinnovata fiducia nell'uomo che si fa strada in taluni degli ultimi quadri, come La discussione politica e altri degli anni '60-'62. E qui è anche da rinvenire il senso di quella « tendenziosità i, di cui si par• lava all'inizio: non meccanica riproposta, ma tormentata, sperimentata ricon• quista di un punto di vista razionale dinanzi alla realtà, nella consapevolezza, richiamata anche da Giuseppe Ferrara nella sua appassionata relazione a Por• retta, che « la cultura la si fa in concreto nello svolgersi storico della società "· Non ci interessa e non ci serve il rozzo e pigro schematismo delle poetiche pre• fabbricate, né abbiamo bisogno ( e quando dico abbiamo mi riferisco, sempre per la chiarezza, al discorso e all'équipe di Cinema Nuovo), per esserne consapevoli, delle paludate tirate professorali di altri. Guardiamo, questo sì e senza I'osses• sione di essere isolati o « paleolitici », a una tensione conoscitiva e a un impegno di decifrazione razionale del presente appassionati e complessi quanto lo sono conflitti e le alternative di oggi. Adelio Ferrero - 23

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