giovane critica - n. 3 - feb.-mar. 1964

• CE ARE CASES, Omaggio a Gyorgy Lulrocs, in Saggi e note di letteratura tedesca, Einaudi 1963, pag. 363. • NATALINO SAPEG ·o, Pro,pcttive della storiografia letteraria, in Ritratto di /11cm, umi e altri wggi, Laterza 1961, pp. 295296. 18 - contro ogni sommaria tendenza a liquidare tutto ciò che viene dalla borghesia e, d'altra parte, contro ogni latitudinarismo ed eclettismo ideologico ,, • è stato spesso respinto con una sicurezza stupefacente. E il notare questo non vuol dire - la precisazione valga per i manichei di ritorno - respingere altezzosamente la problematica estetica di un Della Volpe, con tutta la sua complessa e stimolante ricchezza cli implicazioni, o negare la necessità di verifiche e acquisizioni circostanziate e comprensive. Mi pare opportuno ricordare ancora una volta, dopo averla già citata nel convegno sulla critica organizzato a Catania dai carissimi amici del CUC la primavera scorsa, una esemplare puntualizzazione di Sapegno: « Ne deriva l'esigenza di superare, senza distruggerla, proprio quell'esclusiva attenzione all'aspetto strettamente estetico dell'opera d'arte, che è la gloria e il limite della nostra educazione crociana, per raggiungere una più comprensiva considerazione storicistica, in cui d'altronde anche l'aspetto estetico dei fatti letterari potrà ricevere un'illuminazione, quanto meno esclusiva, tanto più ricca e sostanziosa. In questo senso storicistico operano oggi nella cultura italiana fattori cli diversa origine e importanza, nostrani e forestieri: vi rientrano tra l'altro gli influssi di una teorizzazione marxista, per quanto incerta e frammentaria ( Gramsci, Lukacs); gli esempi della tradizione empirica anglosassone ( si pensi alla recentissima traduzione del trattato di teoria letteraria di René Wellek e di Austin Warren); ma più la persistenza, che ha avuto negli ultimi anni manifestazioni rilevanti, del grande esempio cli De Sanctis » 5 • Una precisazione che ha il non trascurabile merito cli richiamare tutta una serie cli apporti, di filoni di ricerca, cli innesti stranieri, di approfondimenti nostrani, non come proposta di un deprecabile eclettismo, ma a sottolineare il carattere aperto e problematico di una ricerca in atto. Anche se, per quanto riguarda il cinema italiano, resta sempre da dimostrare, al cli là delle opposizioni preconcette e delle frettolose liquidazioni, che la intelligente e personale utilizzazione di certe fondamentali analisi lucacciane operata da Guido Aristarco per decifrare criticamente l'esperienza del nostro cinema del dopoguerra - il neorealismo e la poetica zavattiniana, le acquisizioni cli Visconti, il significato di Fellini, l'antiromanzo di Antonfoni - abbia perduto in tutto o in parte la sua validità, quando il ripensamento critico, a distanza, di quelle esperienze, mi sembra proprio dimostrare il contrario. L'accenno a quell'ordine di problemi teorici voleva soltanto sottolineare che oggi, oltre alla esigenza di articolare e approfondire il dibattito sulle componenti di una estetica marxistica, altre se ne possono ricordare sulle quali le possibilità di incontro e di convergenze non occasionali sono aperte e promettenti. Tra esse porrei in primo luogo la polemica contro una critica « di gusto >l che ha fatto

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