Ninna-nanna degli anni '60 corrose, proprio alle radici sociali, le province che più hanno subito l'iniluenza dell'americanismo ( e cioè quella italiana e quella giapponese); mentre ha ancora un senso parlare di provincia per certe zone della Francia ( dove il cerchio chiuso di una ideologia cieca e orgogliosa ha permesso la sopravvivenza di fossili sociali). Più utile, forse, fare qualche osservazione con l'obiettivo puntato su le modificazioni del comportamento. Come le metropoli, pure le piccole città e i paesi, si sono mostruosamente allungati e allargati. Ora, ogni discorso civile sull'edilizia del dopoguerra diventa subito un discorso sulla speculazione edilizia. Qui occorre essere « incivili »: e trascrivere qualche appunto elementare. I rapporti desolatamente preistorici lra locatario e locatore, che esplodono nella cronaca metropolitana in occasione del rinnovo dei contratti di affitto, in provincia sono ormai relativamente meno numerosi e spesso meno disperati. Vogliamo dire che sta scomparendo la « categoria » dei padroni di case. Acquistare un ap• parlamento o fabbricare una villetta non è l'avventura che gonfia il sonno di incubi. E' una operazione saggia. Anche se non sono sagge, secondo una « vecchia » ottica, le combinazioni che hanno permesso quell'acquisto. L'automobile non è il feticcio familiare che deve durare una vita e si lascia in eredità ai figli. Se ancora nessuno si vergogna di guidare una Seicento dopo un anno che l'ha comprata (secondo le leggi dell'« invecchiamento psicologico» inventate dagli psicotecnici americani per stimolare la domanda dei consumatori) è un dato di fatto che si comprano - e si fabbricano - le utilitarie per l'uso a cui fino a qualche anno fa era destinato un abito. Qualche altro esempio. Se la televisione continua a diffondere quotidianamente il « petit rien » attraverso la catena mai spezzata dei suoi spettacoli musicali, sappiamo d'altra parte che il linguaggio televisivo ha rivoluzionato l'ottica dello spettatore, abituandolo a un certo tipo di « racconto » con reportages in ripresa diretta, telecronache di avvenimenti sportivi, ecc. Ancora. La ninna-nanna degli anni '60 è teletTasmessa ( tutti i bambini italiani vanno a letto solo dopo aver visto « Carosello »), ma sono pure teletrasmesse rubriche culturali ( informative, divulgative, didattiche) che senza dubbio hanno aiutato il telespettatore a diventare un lettore o a migliorare il livello delle proprie letture. Se oggi, in Italia, è possibile a qualche scrittore vendere duecentomila copie di un romanzo, non si deve certo concludere che si tratti di un libro « absolument moderne »: ma che ci sono duecentomila persone disposte a comprare un romanzo. Si dovrebbe dire, poi, del cinema da cineclub programmato normalmente nelle sale di proiezione « normali »; delle tecniche pubblicitarie; delle collane discografiche di poesia; dei supplementi letterari dei quotidiani; delle « universali », e in genere di tutte le collane popolari che conoscono la gioia editoriale delle alte tirature. Gli esempi si possono moltiplicare fino alla noia, ma il senso che se ne può trarre resta fermo: l'abitante della provincia e l'abitante della città vivono nello stesso mondo, hanno le stesse emozioni, reagiscono nello stesso modo. - 97
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