vere la volontà di ricerca, hanno la stessa natura e sostanza storica. E di ciò è necessario parlare. La 2. guerra mondiale fu la lotta comune al fascismo e ne determinò la caduta. Nello spirito rinnovatore di quei valori di libertà e democrazia, che scaturirono dal sangue di milioni di uomini legati dall'insopprimibile volontà di lottare per conquistare la libertà anche se interpretata e vissuta ideologicamente in maniera diversa, nacquero paesi democratici e negli altri la coscienza comune verso quei valori ricevette impulso rigeneratore. La fine del 2. conflitto mondiale non coincise con quella dei gruppi politico-economici che avevano favorito l'ascesa del fascismo, ne avevano sorretto l'assestamento e ne avevano consolidato i regimi. Tali gruppi di potere, che hanno condizionato e condizionano, alcuni lungo millenni, la vita di intere nazioni, dopo un periodo di ombra vegetativa sono riapparsi alla luce con la necessaria politica reazionaria, strumento indispensabile della coercizione del profitto. La crisi dell'attuale classe dirigente politica, comune a tutti i paesi, nei quali è più manifesta la spinta conservatrice, invecchiata assieme ai deteriori strumenti di potere (l'equivoco del progresso come apparenza della socialità), favorisce la reazione organizzata (la cosmogonia dei cartelli industriali) nei cristallizzati temi più apparer,ti di intolleranza politica, religiosa, razziale, derivata dalle precise esasperazioni dei conflitti economici, sino alle forme più complesse di supina acquiescenza e tiepidismo che mascherano il molto « fascismo invisibile». ( Si può fare un drammatico confronto con il ruolo che ebbe la macerata classe dirigente politica dal '21 al '33 nell'ascesa dei regimi fascisti). Ai labari, alle svastiche, ai discorsi declamatori, ai fasci, ai passi cadenzati, che servivano ai gerarchi per drogarsi e drogare la debole resistenza, si è sostituito, in questo « nuovo » movimento conservatore, l'odio rispettoso, discreto e in definitiva più sicuro e tranquillo, cardine dell'acquiescenza all'ebetismo sociale. Ha cantato Brecht: coloro che ci portano via la carne dalla tavola ci insegnano la serenità. E oggi più che mai. Il rapporto fra « quotazioni di borsa e fosse comuni », caratteristico del periodo nazista, lo si è portato avanti sulla strada degli atomi e delle reazioni a catena: lo spauracchio della guerra nucleare, santificata come una crociata, basato sull'isterico nazionalismo, serve al feticismo del consumo (saturazione della domanda, nuovi mercati, espansionismo, neocolonialismo). Oggi impera la Legge Radioattiva. La legge dei pochi. I eri si diceva: noi siamo gli stessi, gli altri fanno parte di molti errori economico-geografici da sanare; oggi si dice ( a parte l'intransigenza esasperata degli intolleranti): abbiamo tutto l'interesse a difendere la nostra sedia: l'equilibrio o l'equidistanza è indispensabile. Per far questo bisogna avere i bottoni e gli strumenti di sterminio. E si creano le condizioni per radicalizzare questo atteggiamento, per donarlo affabilmente agli acquirenti insieme alla saponetta ed al resto, dicendo: la religione atomica presuppone lo scoppio dei mortaretti per la festa santa (l'ultima), ma è l'unico sistema per difendere la tua saponetta, macchina, frigorifero. Ma c'è chi grida di no ai santoni atomici: la coscienza si fa forte anche se il bavaglio è antico. L'uomo oggi vuole le mani, le braccia, finalmente abbassate, per fare cose utili e produttive, per incidere sul suo avvenire. Nessuno può arrogarsi l'infame diritto di comandare ancora a quelle braccia, a quelle mani, di stringere, di premere qualcosa che faccia scoppiare I mortaretti della festa santa. L'uomo delle Asturie, di Bir• mingham, della Lorena, come a Lisbona e nel Baden Wilrttemberg, nel Vietnam del Sud come in Sud Africa ed in Angola, nel Venezuela, in Persia e in Turchia, a Niscemi come ad Atene, e altrove dove gli uomini hanno meglio ripagato il loro sfruttamento, si scende - 85
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