giovane critica - n. 1-2 - dic.-gen. 1963/64

Compiti e problemi dei CUT 84 - I Centri Universitari Teatrali (CUT) di Bari, Catania, Genova, Milano, Palermo, Perugia, Roma, Torino, nel porgere il loro saluto a tutti i rappresentanti dei teatri universitari presenti, presentano a questa riunione dell'Assemblea Generale dell'UITU il seguente documento che esprime la loro politica unitaria concernente l'Unione Internazionale dei Teatri Universitari. Come si sa, l'ingresso dei CUT italiani all'U ITU è un fatto assai recente: molti di essi, infatti, sono stati ammessi all'inizio di questa riunione. E' evidente che il primo pro. blema che ci ponemmo fu quello di considerare, mediante un'analisi dello statuto, la natura dell'associazione internazionale della quale desideravamo divenire membri. In particolare, oggetto della nostra attenzione furono gli articoli dello statuto che definiscono i fini ed i compiti dell'U /TU: da tali articoli, infatti, non solo trae fondamento la struttura organizzativa dell'Unione, ma anche, e sopratutto, vi sono contenute le ragioni stesse del• la sua esistenza. La convinzione che ne abbiamo tratto - e la schiettezza è funzionale rispetto al motivo che ci ha indotti a stilare questo documento - è che all'interno dell'U /TU è sussistita una grave e profonda confusione culturale ed una pressoché totale mancanza di chiarezza e di metodo. Codeste carenze trovano una puntuale ed indispensabile espressione nelle generiche ed inelfabili a/fermazioni dell'art. due che sfociano nel tecnicismo burocratico-amministrativo, nelle vacue considerazioni dei mezzi e non dei fini, nel mito della tecnocrazia associativa. Sono appunto queste fondamentali carenzP. che hanno sinora impedito la visualizzazione dei veri e concreti problemi che l'UITU deve a/frontare; questa situazione è tanto più grave se si pensa che l'UITU non è sorta dal nulla, improvviso frutto di una folgorazione internazionalistica, ma ha tratto il proprio fondamento, meglio il proprio triste retaggio, dall'ESTU di non brevissima esistenza. Non possiamo pensare benevolmente al periodo « europeo » del teatro universitario se non in termini turistico-culturali, se non immaginando i festaioli spostamenti dei gruppi studenteschi da una città all'altra, da un festival all'altro, allo scopo, naturalmente, di incrementare le relazioni internazionali e di favorire « una migliore intesa fra i popoli ». La ricerca di un reale spirito associativo, condotta metodologicamente sul piano del• la chiarificazione culturale e non su quello del tecnicismo, nella contrapposizione dialettica delle varie tematiche che ognuno dei teatri membri porta avanti sulla base dei diversi interessi conoscitivi ed estetici, porterà logicamente alla definizione dell'attuale fine del• l'UITU ed ai suoi compiti; tale ricerca negherll. il persistente strumentalismo associativo, voluto da contingenti turistico-culturali, che caratterizza l'UITU. Il dibattito, essenza di un incontro come il nostro, deve evidenziare il quadro della società nella quale opera ogni singolo teatro e di cui interpreta artisticamente le struggenti aspirazioni. Bisogna fare questo discorso per avere la forza di trovare assieme l'àmbito di una reale alternatlva alla visione tragica della vita che vuole l'uomo destinato a so/frire nell'immutabile condizione umana. Per fare questo, per far coincidere in un interesse comune a tutti le diverse im• postazioni culturali, ideologiche e politiche dei teatri universitari di tutto il mondo, bi· sogna trovare una base comune sulla quale sviluppare la necessaria e continua ricerca. Non si può iniziare un dibattito culturale, l'unico che ci compete e ci interessa, senza inse• rirsi nel delicato momento storico che stiamo attraversando: lo sforzo congiunto di quanti aspirino alla pace nel mondo, bene terreno e raggiungibile, per porre fine all'avvilente «condizione atomica» dell'umanità che ha caratterizzato e caratterizza con le sue irrazionali conseguenze la nostra epoca. La base di questo inserimento e quella che dovrà muo-

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