80 - che, su diretta sollecitazione dei Cuc, si sono in buona parte indirizzati critici già noti e affermati, ma si sono anche cimentati giovani alle prime armi, con risultati non certo Inferiori. Meno frequente dell'indirizzo monografico - che del resto appare più consono ai principi universitari in senso tradizionale ma che d'altra parte offre l'occasione (specie quando si tratti il cinema italiano o le tendenze più recenti) per un preciso riferimento combattivo ai problemi dell'attualità sociale - è l'indirizzo verso la rivista di discussione, di polemica, di vivo intervento sulle strutture e i modelli che il cinema "ufficiale> e quello <indipendente> ci propongono o ci impongono. Due strade - quella monografica e quella del dibattito critico-culturale - che tendono a, fondersi già in alcuni degli esempi citati (Catania insegni) e che maggiormente - a quanto è lecito presumere - si troveranno fuse in futuro. Una critica che (aldilà dei limiti o dei pregi derivantile dalla sua natura di esordio giovanile) voglia essere consapevole della propria funzione e dei propri còmpiti, non può infatti rinunciare a un impegno storicistico affiancato e vivificato da uno spirito polemico: a una «revisione> o « verifica> critica delle opere del passato e delle proprie basi culturali, insieme a una precisa facoltà e volontà di intervento sulle questioni dell'attualità contingente, il tutto in una prospettiva adeguata al duplice ordine di esigenze. Ciò inevitabilmente non soltanto consentirà una migliore conoscenza in àmbito universitario di quest'arte particolare che è il cinema, ma anche - contemporaneamente e per un processo di logica trasposizione mentale - un primo attacco di svecchiamento e snellimento alle pesanti e ormai superate strutture accademiche. Se uno studente - animatore o frequentatore di Cuc, collaboratore o lettore di una <puc > - si abituerà a ragionare e a intendere In un determinato modo lo specifico settore del cinema, lo stesso Individuo non potrà in un secondo tempo non applicare analoghi procedimenti razionali e culturali alle discipline cui è educato e in cui si specializzerà per la propria singola attività professionale. Il binomio cinema-cultura può allora trasformarsi in un trinomio cinema-cultura-società, e contribuire alla trasformazione della realtà che cl circonda, che talora cl condiziona, dalla quale comunque non possiamo prescindere. Utopia, o presunzione, la nostra? Non crediamo, e l'esperienza personalmente vissuta, pur fra le tante delusioni, nell'ambiente universitario, in parte ci conforta. Non si può forse affermare - ammesso che la questione si ponga in alternativa - che i Cuc e le loro pubblicazioni abbiano
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