giovane critica - n. 1-2 - dic.-gen. 1963/64

cui si è perso traccia (e risalente probabilmente al '52-'53), il Cucmi pubblica, nel 1957-58 e nel '58-'59, una serie di modesti ma fitti opuscoli dedicati ai vari cicli in programma, composti di e schede> ragionate, cui ai giudizi esterni si intercalano giudizi e commenti redazionali, e ricche di dati biblio-filmografici, talora di prima mano. Conosciamo personalmente un John Ford abbinato a un Pierre Fresnay (entrambi a cura di Paolo Faré), un Marcel Carné dal 1940 a oggi (redatto da Massimo Legnanl e Giosl Deffenu) e un ottimo René Clair (opera di Guido Martinotti). Nel 1960 e '61 appaiono poi i due ricchi cataloghi della prima e seconda Mostra internazionale del film scientifico, organizzate dall'Istituto di cinematografia del Politecnico a cura di Achille Berbenni e con l'attiva collaborazione del Cuc. Finalmente, nella primavera del 1960 appare, ancora anonimo, il primo dei Quaderni del Cucmi: è dedicato a Michelangelo Antoniani e redatto da Giosi Deffenu, Giorgio Pozzi, William Azzella, Giancarlo Piras, Adolfo Galleazzl, Paolo Maltese e dal sottoscritto, secondo la formula delle e schede> ragionate (critica al film e critica alle critiche) tipo Nuovo Spettatore Cinematografico cui ci si ispirò. Un tentativo, forse generoso _ma eccessivamente e giovanile>, di mutare radicalmente direzione, di affrontare nel vivo la materia, di non disdegnare la polemica più feroce, di svolgere in un certo senso un vero e proprio e attivismo > In un ambiente che si manteneva ostile alle innovazioni, diffidente o pigro nel dibattito ideologico, improntò I due e quaderni> successivi (dicembre '60 e marzo '61): un Luchino Visconti redatto direttamente dal sottoscritto nel momento e caldo, delle censure a Rocco (e che risente quindi di tale clima barricadiero) e un Cinema e fantascienza, piuttosto incompleto e grezzo, che abbinava alla parte monografica un supplemento d'attualità, Obiettivo, in cui i nostri umori e i nostri scontenti cercavano - disordinatamente ed estremisticamente - libero sfogo, fra attacchi violenti alla e nouvelle vague> e ingenui progetti di cortometraggi, e lettere aperte> ad autori che ci avevano deluso e programmatiche teorizzazioni di un cinema marxista, Il tutto visto un po' e alla garibaldina> (e impaginato in conseguenza). Ciò che comunque credo contasse era il progressivo maturare dell'esperienza, volutamente presa di petto e vissuta dall'inizio (senza per questo respingere la tradizione viva e vitale, In campo creativo o critico, anzi a essa frequentemente richiamandosi), e 11 tentativo - che 11tempo ha purtroppo dimostrato illusorio oltre che insufficiente - di contribuire a formare un piccolo e gruppo> di giovani aspiranti critici o cineasti (dalla collaborazione di alcuni elementi del gruppo - 75

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