2 Un discorso a parte - che speriamo qualche giovane studioso si decida presto ad affrontare - meriterebbe la storia dei « cineguf » e delle loro pubblicazioni specifiche o del posto occupato dalla critica cinematografica sulle riviste generiche dei « guf » (a esempio, Renzo Renzi su Architrave e Via Consolare). Per quanto riguarda Milano, ricordo, a esempio, il volumetto Note di cinema, compilato nel 1942 da Attillo Giovannini, Luigi Veronesi e Antonio Chiattone, e che, nonostante si limiti in genere ad aspetti tecnico-estetici, sorprende ancor'oggi per la sua sobrietà ed efficacia. 70 - cessivi eventi e iniziative, qualora fosse stato posto esplicitamente il problema degli strumenti e dei mezzi per esprimere e «registrare> le idee che scaturivano fervide e numerose da quel fertile terreno allora quasi vergine 2 • Invece, delle e idee> - e quindi delle ideologie - si ebbe allora. e si ebbe in séguito, spesso paura (in concomitanza con governi universitari retti all'insegna del compromesso o della provvisorietà), come si ebbe paura di affrontare decisamente il mondo accademico degli Atenei, mondo sovente ostile e scettico, retrivo e indifferente alle nuove istanze, ma nei confronti del quale - se cadeva la strada della collaborazione possibile - appunto per questo occorreva forse optare radicalmente per la strada dell'opposizione combattiva e polemica. Molto opportunamente, in un editoriale intitolato appunto Cinema e Università, apparso sul n. 25 del 15 dicembre 1953, Cinema Nuovo affrontava allora i problemi sorti in conseguenza dei risultati di quel primo convegno. Il punto centrale del problema, essere cioè il cinema un fatto di cultura e arte e per conseguenza legato alla facoltà di lettere, è stato - si scriveva - quasi eluso dai vari relatori. « L'inserimento del cinema, cioè la realizzazione di studi storici e critici condotti con quel rigore di metodo e con quei criteri storici ed estetici propri dei vari rami di studio universitario, può quindi aversi solo inquadrando gli studi cinematografici nell'àmbito degli studi sulla letteratura e sull'arte che vengono attuati nella facoltà di lettere ... Proprio alcune marcate caratteristiche del cinema, cioè il suo più chiaro ed evidente legarsi a tutta la situazione reale del paese, il più esteso interesse che suscita, la sua maggiore forza di penetrazione possono essere la novità, il fermento rinnovatore da introdursi negli studi > di tale facoltà. Si proponeva quindi e l'istituzione di cattedre di storia del cinema nella facoltà di lettere, magari come corsi liberi> e, per il momento, « in determinate Università che si dimostrano più aperte alle esigenze di una cultura veramente moderna e legata alla realtà della vita contemporanea>: e questo come e obiettivo limitato>, « primo, autentico e duraturo passo sulla via dell'inserimento effettivo della cultura cinematografica nelle Università italiane>. Ma per una nota serie di opposizioni e di rinvii, l'iniziativa si sarebbe concretizzata soltanto nell'anno accademico 1960-'61, a Pisa, nel nome di Luigi Chiarini (e con il concreto appoggio del compianto Luigi Russo e di Carlo L. Ragghianti): e anche qui in modo limitativo e periferico, senza per ora - a quanto ci è lecito giudicare - pratiche conseguenze di rilievo. In precedenza avevano forse assunto carattere di maggiore originalità e peso (proprio in fun-
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